Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Il ritorno delle stelle, artista - Dargen D'Amico
Data di rilascio: 30.03.2017
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Il ritorno delle stelle |
Tre, due… |
A due passi dalla concezione di uomo libero, scivolo |
E perdo l’equilibrio, nel baratro sto in bilico |
Appiccico foto di noi sul muro |
O studi o poi sei un mulo col mutuo e muto |
Nel sotterfugio ho sostenuto |
I cambi di stagione, i crampi al quadricipite |
Mi guardi come quadri o campi al capostipite |
Farei faville nelle cene alle ville |
Con fighe in ferie alle Maldive senza dar le malattie |
Due in giorni insieme e si vede che sei scaltro |
Un frà mi fa: «Cazzo succede?» |
Rivendicando pretese appese a tele di ragno |
Dalla strada un MC si sta affermando |
Così un maniscalco farà un rotocalco |
O mi rompo un osso a calcio |
Eccedo e cedo per il modo in cui mi guardi |
I miei gatti fanno agguati |
Io e te guanti in quanto estranei |
Spilla da balia in balia di un anfibio |
E sarà quella di un punk e non un celerino |
Metto le quattro frecce ed esco dal mio gregge |
Riscaldamento spento tanto il freddo è dentro |
Il portamonete con tutti i miei averi |
Ho ancora due fette della pizza di ieri |
Puoi cambiare l’Italia, io non c’ho mai creduto |
Il mio artista preferito è sempre deceduto |
E il volo dura poco però tutti a guardare |
Il ritorno delle stelle cadenti dal mare |
All’ultimo banco appoggiato, con un estraneo |
Ma al suo posto, e pensavo ancora |
Un fiume in piena la mia penna |
Io in terra, a me la scelta |
Come quel mondo che ti cadde tra i piedi poi si rialzò da solo |
Sentirsi sporchi anche in un abito nuovo |
Gira il mondo un bel castello in testa |
Sputo inchiostro, nero seppia |
Il tuo rispetto me lo prendo |
Mi ci perdo nei tuoi blue jeans |
Rendo meglio sotto stress |
Una libellula nel diario, ho meno parole |
Per ora è un karaoke spiego le ali |
Va di moda farsi come da prassi, passi |
Guarda, mi appallottolo sul red carpet, fanculo |
Bevo un bicchiere e mi annullo, nuvole, Rapa Nui |
Metto le quattro frecce ed esco dal mio gregge |
Riscaldamento spento tanto il freddo è dentro |
Il portamonete con tutti i miei averi |
Ho ancora due fette della pizza di ieri |
Puoi cambiare l’Italia, io non c’ho mai creduto |
Il mio artista preferito è sempre deceduto |
E il volo dura poco però tutti a guardare |
Il ritorno delle stelle cadenti dal mare |
Vedo persone passare e poi giudicare |
Guardare dalle persiane |
Persiani col pelo lungo impallati a guardare me |
Io li ricambio e cambio vicolo |
Stretto come una scelta od un vincolo |
Come vino che cola sopra al mio tempo |
E c'è un parcometro che non lascia biglietti |
E quindi stiamo in doppia fila |
O non sappiamo dove metterla 'sta macchina |
Ma ci scordiamo che la vera macchina poi siamo noi |
Che siamo eroi |
Ma non abbiamo mica la patente |
Siamo autisti sì, chiusi in scatole fra reliquie |
Siamo autisti-ci che ricercano cose antiche |
Amiamo tutti farci un nome ma abbiamo perduto il nostro |
Io sto fermo in una stazione da solo con il mio mostro |
Sono la spesa di una vecchia che pesa e la tira in basso |
Pensa che ciò che mangiamo dovrebbe tirarci su |
Ed invece pesa come le ombre |
Che stringi dentro un abbraccio |
Basterebbe non volerle per non ricadere più |
Metto le quattro frecce ed esco dal mio gregge |
Riscaldamento spento tanto il freddo è dentro |
Il portamonete con tutti i miei averi |
Ho ancora due fette della pizza di ieri |
Puoi cambiare l’Italia, io non c’ho mai creduto |
Il mio artista preferito è sempre deceduto |
E il volo dura poco però tutti a guardare |
Il ritorno delle stelle cadenti dal mare |
Una vita è diversa, magari era fattibile |
Domani mi mangerò le mani: cannibale |
Le vite vere sono scorie della fantasia |
Quando la notte cala questa scala è tutta mia |
Ma non ci canto, non ci ballo, solo scrivo strofe |
E l’Italia di notte è la mia sala prove |
Scrivendo rivendo questa società pazza |
In cui percepisci uno stipendio in base alla razza |
E parlo di me anche se non so nulla di me |
Sono l’ambasciatore di un’altra dimensione |
Che si allontana dal senso con tutte le forze |
E lascia che parli il ritmo come il morse |
Tanto anche se hai il testo sotto non afferri il sottotesto |
Vola via col vento fresco verso il sottotetto |
Parole sante, pesanti, autoimmuni |
Tutto il resto è noia e droghe e luoghi comuni |