Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone 68, artista - Ernia. Canzone dell'album 68, nel genere Рэп и хип-хоп
Data di rilascio: 04.04.2019
Etichetta discografica: Island Records
Linguaggio delle canzoni: Italiano
68 |
Ricordo già dalla terza media |
Classificato tra i ragazzi della classe media |
Di quelli «Suo figlio può, ma non si applica"e sta |
Sulla sedia in piedi perché il casino si fa e poi si rimedia |
Son passati in fretta |
Gli anni a tavoletta |
Gli ho guardati sfilare dal bus |
Rubavo qualche motoretta |
Ma una cosa è certa |
Mi promisi di non farlo più |
E vivo come non ci fosse un domani |
Perché il presente certo in forse è il domani, ah |
Eppure corro come una saetta |
Tu mi dici: «Aspetta» |
Ma ho paura di tornare giù |
Dalla mia fermata, mi sembra quasi che |
Su questa 68, ci sia ancora del posto |
Quella prima è andata, mi guardi come se |
Volessi darmi torto, e a me va bene così |
Mi dissero: «Fai lo scientifico, hai un futuro prolifico» |
Ma la vita è molto più interessante quando si è in bilico |
Io già da piccolo un cervello granitico ma lo impegnavo in altro |
Quindi violai qualche articolo |
Facevo la spola, sì, tra strada e scuola |
Quasi sempre chiamavano i miei |
In zona sono ancora Er nyah di Bonola |
Così resto dal 2006 |
Ci rimase male mamma al mio primo arresto |
Diceva «Pà, sbattilo fuori di casa, lo detesto» |
Tra palazzoni e villette schiera stavo nel mezzo |
Così che prendevo da entrambi, mi comportavo in base al contesto |
In zona mia ci passava soltanto un mezzo |
La 68 portava fuori e portava in centro |
C’era la metro, ma così non pagavo il biglietto |
E non sapevo dove sarei finito, un po' come adesso |
Dalla mia fermata, mi sembra quasi che |
Su questa 68, ci sia ancora del posto |
Quella prima è andata, mi guardi come se |
Volessi darmi torto, e a me va bene così |
Ti sei mai chiesto: «Cosa fai?», «Dove stai andando?» |
«Se lo fai, come mai?», «Perché stai a farlo?» |
Io che pensavo di esser morto tutto un tratto mi sono svegliato dentro la |
cabina di comando |
Mi chiedi che farò da grande, rispondo: «Il cantante» |
Come se non mi sia accorto di questo contante |
Sorrido quando capita che dicano: «Ci metti troppo» |
Perché la strada è più corta solo al ritorno |
Io mi ero iscritto a lingue, però quelle delle tipe |
Per pagarmi i video ero l’insegnante di ripe |
Poi, un biglietto di sola partenza, manco i soldi per la benza |
A Londra mangiai riso tutta la mia permanenza |
Dormivo dentro una soffitta con una croata |
Sessantenne squilibrata che parlava con la bava |
Eppure le volevo bene, come si vuol bene ai matti |
Perché non si vivon le avventure se non ti ci adatti |
Tornato stavo un poco messo, stavo un po' depresso |
Per fare due lire avrei pulito pure il cesso |
Trovai come dog sitter, poi di notte la reception |
È per questo che ho paura di svegliarmi come Inception |
Ed aspettavo il bus, quello delle sei e mezzo |
Per andare in centro a dare i curricula da commesso |
Non facevo domande, ero felice dopo tutto e non sapevo dove sarei finito un po' |
come adesso |
Dalla mia fermata, mi sembra quasi che |
Su questa 68, ci sia ancora del posto |
Quella prima è andata, mi guardi come se |
Volessi darmi torto, e a me bene così |
Dalla mia fermata, mi sembra quasi che |
Su questa 68, ci sia ancora del posto |
Quella prima è andata, mi guardi come se |
Volessi darmi torto, e a me va bene così |