Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone 1981, artista - Giorgio Gaber. Canzone dell'album Anni affollati, nel genere Поп
Data di rilascio: 09.05.2011
Etichetta discografica: Carosello
Linguaggio delle canzoni: Italiano
1981 |
Ma la Storia lasciò l’uomo |
al numero 1981 |
e l’uomo come congelato |
non intravedeva il suo destino. |
Non era il capolinea |
qualcosa doveva accadere |
lo suggeriva una fede spontanea |
che non era ancora il tempo di morire. |
Il vecchio saggio |
e il bimbo appena nato |
guardavano la notte |
dove il caso è in agguato. |
E la notte |
lasciava intravedere la notte |
col trucco metafisico e scioccante |
che l'è proprio |
le cose che riuscivano a stupire |
il bimbo e il vecchio. |
Come ad esempio su di un cielo eterno |
un grattacielo illuminato di pistacchio. |
Il vecchio saggio |
e il bimbo tra le braccia della mamma |
di fronte a quella strana meraviglia |
rinnovarono il dilemma |
se quelle cose colorate e straordinarie |
sarebbero col tempo diventate |
se a Dio fosse piaciuto |
necessarie. |
Ma di una cosa siamo certi |
che i loro occhi vedevano |
non so se con fiducia o senza scampo |
quell’enorme assurdità che è il tempo. |
Signore Iddio, non so se faccia bene o faccia male |
assistere ogni tanto al tuo definitivo e ricorrente funerale. |
Questa volta c’era poca gente, |
troppo poca gente |
di cardinali e papi non se ne son visti |
del resto i tuoi ministri |
sono troppo effettuali |
a noi piaceva immaginarli un po' più metafisici e mentali |
a noi che siamo i più ultimi fedeli |
ma a scanso di fraintesi non faccio il polemista per mestiere |
cerco solo di capire |
di capire come fa la gente a vivere contenta |
senza la forza vitale di una spinta |
di capire come fa la gente che vive |
senza correr dietro a niente. |
È vero sono un po' anarcoide e pieno di livore |
ma in questo mondo troppo sazio di analisi brillanti e di torpore |
ci sarà pure un po' di spazio per chi si vuole sputtanare |
perché piuttosto che giocare con le più acute e raffinate astuzie del cervello |
è meglio ricoprirsi di merda fino al collo |
e tirar fuori la rabbia spudorata di chi è stupido ma crede |
e urla il suo bisogno disperato di una fede. |
Perché Dio c'è ancora |
Dio c'è ancora, io insisto |
Dio c'è ancora, altrimenti non esisto. |
È un Dio inconsueto, che non ha niente di assoluto |
è un Dio che non conosce il bene e il male |
figuriamoci il sociale |
è un Dio severo che con magica ironia |
ci diede insieme il falso e il vero |
è un Dio inventato, senza altari né vangeli |
ma è l’unica mia spinta in questo mondo di infedeli. |
Signore Iddio, non so se faccia bene o faccia male |
assistere ogni tanto al tuo definitivo e ricorrente funerale. |
C’era poca gente appunto |
troppo poca gente |
e rimpiangevo le piccole sapienze |
che ogni trapasso lascia |
e poi non resta niente. |
E mi veniva il mente quando si credeva come dei bambini |
e insieme a tre ragazzi finiti male si livellava destini. |
Ma come fate ora a vivere e a morire |
senza qualcosa da inseguire |
ma come fate a viver tra la gente |
con l’anima neutrale e indifferente. |
È vero, si perde un po' il pudore a riparlare di morale |
però mi fa un po' schifo saltellare dal fanatismo più feroce |
all’abbandono più totale |
e praticare nei salotti la tecnica furbastra |
di fare a gara chi è più a destra. |
Confronto a questi ironici infedeli senza il minimo spessore |
è molto meglio la mancanza più assoluta di pudore |
confronto allo snobismo dei guardoni distaccati e intelligenti |
è molto meglio persino la retorica dei vecchi sentimenti |
è molto meglio l’urlo disperato di un coglione |
che muore e che ha bisogno di una nuova religione. |
Perché Dio c'è ancora, |
Dio c'è ancora, io insisto |
Dio c'è ancora, altrimenti io non esisto. |
È un Dio incostante |
che non ha mai fermato niente |
è un Dio che si rincorre senza scampo |
è l’immagine del tempo. |
È un Dio un po' strano che ci insegna la follia |
di ribaltare sempre il piano |
è un Dio ancestrale che è l’essenza del pensiero |
la forza naturale che mi spinge verso il vero. |
Signore Iddio, non so s'è irriverente o s'è normale |
dover ricominciare dal tuo definitivo e ricorrente funerale. |