Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone L'uomo senza volto, artista - Murubutu
Data di rilascio: 31.03.2019
Linguaggio delle canzoni: Italiano
L'uomo senza volto |
Che passa a un uomo che passa col capo abbassato? |
Ha un basco basso sul capo, il passo cansato |
Per lui il tempo basta che passi, eppure passa e non basta |
Non un giorno è passato che il suo volto è di nuovo cambiato |
Passato un campo accelera il passo tra i vicoli bui |
Lui cerca qualcuno o qualcuno cerca lui |
Scendendo una via si specchia dentro un macchina |
Questa gli rende intatti i tratti netti della schiatta caucasica |
Il nostro si guarda e rammarica |
Ha la capa rasa, la barba rada e una piaga alla palpebra |
Ha la faccia bianca, una macchia alla guancia glabra |
Contrae la faccia stanca che pare non abbia labbra |
Lui guarda il cielo poi respira a piene nari |
Sente l’odore del vento che spira dagli Urali |
Forse non sembra, rimembra, ma |
Viali e muri e vari musi è un gioco di chiari e scuri come quelli di Rembrandt |
Forse qualcuno lo osserva, il cielo lo osserva, ma |
Lui resta in allerta in cerca ma sembra non serva |
Passa tra l’erba alta che nessuno falcia |
Passa di volto in volto, per cui nessuna traccia di una faccia |
La caccia rimbalza di maschera in maschera |
Si specchia con ansia in una fontana dall’acqua salmastra |
La vista s’appanna, il panico inganna |
Il nostro scorge la gamma di tratti della schiatta normanna |
E no, non domanda né rimanda niente qua |
La canizie incipiente ha ormai invaso le tempia |
Ha crini fulvi, occhi furbi e fulgidi |
Qua i vasi chiusi preannunciano nuovi disturbi |
Sente tra le cuspidi i fulmini che il cielo scarica |
Sono figli del vento che attraversa la Manica |
«Ora prendimi l’anima ma ridammi presenza!», passa |
Di faccia in faccia ma una faccia vera vorrebbe avercela |
No, non so chi son |
Io non so più chi son |
Non so chi son |
Io non so più chi son |
Tende a tendere il tendine, l’uomo che tende a farcela |
Mentre il suo volto attorto si mostra sicuro di farcela |
Fra rami secchi si districa, tra la selva più fitta |
Fare finta d’averla vinta, non accetta la vita sconfitta |
Uno col volto divelto, aperto dalla lama di un bravo |
Nessuno si specchia nell’acqua d’un tronco cavo |
Centomila sogni insonni di malaria che mendica |
Porta l’orma in faccia della schiatta dravidica |
Scatta tra graffi e rami in faccia che sembrano schiaffi |
Soffia fiati di fuga, fiati di bocca sempre più fitti |
Tende il capo color corvo, le gote bronzo sporco |
Rotte le gambe cedono il colpo a un corpo morto contro un tronco |
A terra sporco di una terra diversa, riversa la testa |
Tra le fronde il vento ricorda la foresta dell’est, va ad est |
Del suo essere non ricorda l’origine |
Si specchia un volto nell’acqua ma qualsiasi volto rispecchia l’immagine |
Il corpo sporco e gracile si trascina storto lungo l’argine |
Lerce scarpe lacere, calpestan meste cocce e cartacce |
Facce basse passano, non sanno che stanno guardando |
Uno che non ricorda chi, chi è stato, né dove sta andando |
Mani in tasca, per poco non casca nell’acqua dall’aspetto livido |
Aspetta, chissà cosa, siede e riposa il fragile fisico |
Tremante s’appresta a lustrare luride lenti |
Tristi occhiali infranti rifletton sfuggenti i lineamenti di Yankee |
Il suo sguardo è assente, occhi smorti e spenti |
Affanna col passo pesante classico dei piedi dolenti |
Profonde cicatrici ricamano il viso pallido |
Alita il tanfo rancido tipico dell’ubriaco fradicio |
Sopra la testa gracchiando i corvi si invitano a pranzo |
Cibandosi del pesce marcio lungo le rive dell’Hudson |
Avrebbe un’altra vita solo potesse immaginarsela |
Lassù invece procede allo sbando passando di maschera in maschera |
No, non so chi son |
Io non so più chi son |
Non so chi son |
Io non so più chi son |