Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Mille vasche, artista - Blue Virus
Data di rilascio: 02.10.2017
Limiti di età: 18+
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Mille vasche |
Già lo odio 'sto pezzo |
Mamma mia |
Ho dei problemi nella testa, fanno tutti: «Tu, tu, tu!» |
Mi puntano il dito e forse qualcosa di più |
Così tanti demoni che quasi sembriamo una crew |
Non gridarmi: «Blue, Blue, Blue» che buco tutti gli Hatù |
Voglio far crescere tua figlia con la giusta dose di complessi |
Più sono complessi, più servono compresse |
Cresciamo ma siamo sempre gli stessi |
Col passato da commessi e un futuro privo di feste |
Non sono incazzato, sorrido, fai come me, dai, su, sorridi |
Noterai che a entrambi mancano i morali e gli incisivi |
Non voglio bene più ai miei cari e manco ai loro amici |
Beviamo Molinari in tutti 'sti giorni festivi |
Lunedì è vacanza, martedì è vacanza |
Nel fine settimana non ho più manco una stanza |
L’ho subaffittata all’ansia, porta la usa ragazza |
Facciamo un threesome e vediamo chi è il primo che orgasma |
Vengo da Torino e ho avuto un’infanzia felice |
È il domani che mi spaventa |
Mi manca il respiro quando vedo |
Che matchi pure la faccia con il culo e dici che il mondo tormenta |
Cuccioletto, mia fai pena, quasi piango |
Però ci ripenso ed esco di sera a bere Tamango |
Io rappo, non ballo, non trappo |
Ho caldo, levati dal cazzo, anvedi come drinka Anto |
Guarda quanta polvere, la uso e mi proteggo |
Così tanta che dopo che ho scritto manco leggo |
So che mi potrebbe andare peggio |
E se parli prima di sapere, io nemmeno mi offendo |
Mille vasche con gli arti legati |
Ma purtroppo non affogo |
Spero tu capisca un giorno |
Che quello che faccio non è un gioco |
Sento musica ambient alla Cavallerizza |
Voglio bere una birra e mi passi una Rizla |
Odio anche me stesso, non faccio amicizia |
Questa qui mi piace, ma non mi si rizza |
Non ho un Capo e se lo avessi gli rovinerei la vita |
Molestando sua figlia |
Con le foto della madre dentro ad un Opel Meriva |
Mentre lo succhia a un tipo, ma non è il padre di famiglia |
Sono il difetto di fabbricazione |
Il barbone che sbocca sopra il suo stesso pantalone |
La prova materiale che la speranza si ammazza per impiccagione |
Punti troppi soldi su ogni mia canzone |
Solo perché il tuo cuore ha un posticino per il dolore |
Se gli passa il languorino, poi vomita le parole |
Posso anche starti vicino, ma sto distante da ore |
Sto riempiendo il mio taccuino, soltanto con il tuo nome |
Ho appreso da papà che gli errori costano cari |
E alle volte valgono anche il doppio di quanto li paghi |
Ho smesso di contarli, però so che sono vari |
E ne ho lasciati nelle classi, negli androni, nei locali |
Tra la sicurezza di non farcela, con l’ansia di fallire |
Senza bagagli a mano prima di partire |
Per un posto dove so per certo che non mi tradite |
Però sento freddo e metto la sciarpa col clima mite |
Guarda quanta polvere, la uso e mi proteggo |
Così tanta che dopo che ho scritto manco leggo |
So che mi potrebbe andare peggio |
E se parli prima di sapere, io nemmeno mi offendo |
Mille vasche con gli arti legati |
Ma purtroppo non affogo |
Spero tu capisca un giorno |
Che quello che faccio non è un gioco |