Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone La Caduta Di Atlante, artista - Caparezza. Canzone dell'album Prisoner 709, nel genere Иностранный рок
Data di rilascio: 14.09.2017
Etichetta discografica: Universal Music Italia
Linguaggio delle canzoni: Italiano
La Caduta Di Atlante |
Appena nato Giove m’ha regalato una biglia zaffiro |
Mi disse: «Abbine cura, è una figlia che t’affido» |
L’ho tenuta sul mio cuscino fino al mattino |
Ed ero pronto a tutto, perfino al martirio |
Da bambino era un pallino che portavo in classe |
Sperando che il prof di latino non me lo bocciasse |
Cresceva d’anno in anno, stava diventando grande |
Prima palla da calcio, poi palla da basket |
Divenne un globo che ruotavo in senso orario |
Più che un uomo sembravo uno stercorario |
Fui costretto a reggerlo come uno zaino |
Per il peso ho ancora gli occhi fuori, sembro Igor |
Ero felice, di tenere su quel mondo con le rive |
Superuomo come Nietzsche |
Poi venne di colpo uno scossone nelle nostre vite |
Aveva il corpo di Giunone ma il suo nome è Dike |
Del giorno in cui mi cadde il mondo addosso |
Ricordo tutto pure l’ora e il posto |
Il contraccolpo poi la stretta al collo |
La stretta al collo, la stretta al collo |
Del giorno in cui mi cadde il mondo addosso |
Ricordo tutto pure l’ora e il posto |
Il contraccolpo poi la stretta al collo |
La stretta al collo, la stretta al collo |
Dike, una dea per molti, un’angoscia per gli empi |
Una benda sugli occhi che annoda coi lembi |
Dal pianeta le raccolsi una rosa dei venti |
Immaginavo i nostri volti da coppia nei lenti |
Lei era la giustizia che non si concede |
Io quello che la corteggia, che sta lì, non cede |
Ero invaghito, miele, e capivo bene |
Che non ci sarei uscito a bere dell’idromele |
«Ciao, mi chiamo Atlas», petto gonfio, anfora |
«Lascio ogni ragazza, con questo mio corpo, afona |
E tu, sarai mia, ti voglio addosso, canfora |
Posso darti il mondo, il mondo, non la metafora!» |
Disse: «Non sono di nessuno, nemmeno di Ulisse |
E sono chiara e ferma come le stelle più fisse |
Usi la forza e la ricchezza per le tue conquiste? |
Non sei più forte né più ricco, sei solo più triste!» |
Del giorno in cui mi cadde il mondo addosso |
Ricordo tutto pure l’ora e il posto |
Il contraccolpo poi la stretta al collo |
La stretta al collo, la stretta al collo |
Del giorno in cui mi cadde il mondo addosso |
Ricordo tutto pure l’ora e il posto |
Il contraccolpo poi la stretta al collo |
La stretta al collo, la stretta al collo |
Quindi rifiuti lo scambio di fedi? |
Quasi mi insulti mostrandomi i medi? |
Alza la fascia, guarda in faccia e venerami, Lady |
Per la mia stazza credi non abbia Venere ai miei piedi? |
E lei: «Arretra adesso, barbaro! |
Che tu sieda sul trono o sulla pietra dello scandalo |
A me interessa poco il tuo pianeta bello e vandalo |
Piuttosto mi do fuoco, sto più lieta dentro il Tartaro!» |
Ed a quel punto sono io che non ci ho visto più |
(L'ha stretta al collo, l’ha stretta al collo, l’ha stretta al collo) |
La dea che scappa sul selciato è l’ultimo ricordo |
Io che cado, dal mondo schiacciato mentre la rincorro |
Atlante e Dike, amore e psiche, Terra e giustizia |
Fine della storia, fine del rapporto |
Del giorno in cui mi cadde il mondo addosso |
Ricordo tutto pure l’ora e il posto |
Il contraccolpo poi la stretta al collo |
La stretta al collo, la stretta al collo |
Del giorno in cui mi cadde il mondo addosso |
Ricordo tutto pure l’ora e il posto |
Il contraccolpo poi la stretta al collo |
La stretta al collo, la stretta al collo |