Testi Al termine del mondo - Giorgio Gaber

Al termine del mondo - Giorgio Gaber
Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Al termine del mondo, artista - Giorgio Gaber. Canzone dell'album Anni affollati, nel genere Поп
Data di rilascio: 09.05.2011
Etichetta discografica: Carosello
Linguaggio delle canzoni: Italiano

Al termine del mondo

I vetri delle stanze hanno una forma rigida e perfetta
E l’uomo è fermo alla finestra, l’uomo aspetta
Un grattacielo enorme, una mitologia nascente
E l’uomo guarda in basso dove c'è la strada
E non fa niente
Adagio, distrattamente, senza angoscia, né stupore
Fa qualche passo nel silenzio delle stanze
Copiando gelide e automatiche sequenze
Senza futuro né passato
Probabilmente il tempo si è fermato
E ancora lui nel semibuio tocca con le mani
Qualche oggetto, poi lo sposta
Si direbbe senza farlo apposta
Ma forse distrattamente pensa alla sua storia
Sembra quasi con sollievo
Il suo bilancio è positivo
Un uomo che nella vita ha sempre usato la ragione
Con la certezza di aver fatto tutto bene
Adesso abbassa le lussuose veneziane
E aspetta il colpo di fucile della fine
Ma forse commettiamo un grosso errore
Quando si pensa che quell’uomo
Aspetta solo di morire
Quando si pensa al futuro della Storia
Come l’avessimo già visto o lo sapessimo a memoria
Quando si pensa a uno sviluppo inarrestabile
E perfetto come fosse Dio
E lo confesso c’ho pensato anch’io
Piagnucolando per come aveva già ridotto
Quel poco che restava ancora del soggetto
È vero c'è un momento
In cui ti pare sia finito il tuo viaggio
Hai messo tutto a posto
Senza accorgerti che stai morendo
Che sei arrivato al capolinea
Al termine del mondo
Ma al termine del mondo per fortuna
Le strade sono sempre più di una
È vero abbiam commesso qualche errore
A dir che l’uomo muore
Ma come Diogene, che certo non invidio
Quanto si faticava a riconoscer l’individuo
Un individuo che obbediva alla sua sorte
Ma stranamente non era ancora la sua morte
E dico stranamente per quelli come me
Che hanno creduto troppo a Francoforte
Ma al termine del mondo per fortuna
Le strade sono sempre più di una
C'è sempre qualcosa che sfugge
Alla ragione del presente
Persino l’esattezza e la potenza del sistema
L’abbiamo vista come un mito
Probabilmente esagerato
C'è sempre qualcosa che sfugge
Alla ragione del presente
Persino quel residuo di individuo
Chi lo può dire che d’un tratto
Non tiri fuori il suo carattere ancestrale
Di stare sempre alla finestra col fucile
C'è sempre qualcosa che sfugge
Alla ragione del presente
Persino lo sfacelo generale
Magari è solo un giusto ammonimento
E non la fine irreversibile e totale
Se un’idea fa il suo bel giro
Nella testa di un coglione
L’idea era quella troppo elementare
Che tutto si potesse livellare
L’idea era quella troppo razionale
Di un mondo senza un diavolo nel cuore
L’idea era quella di un mondo senza neanche un Dio:
Il coglione ero io.*
Ma al termine del mondo per fortuna
Le strade sono sempre più di una
Ma al termine del mondo per fortuna
Le strade sono sempre più di una
Ma prima di ammazzare un uomo ce ne vuole
Mettiamoci ogni giorno alla finestra col fucile
E l’ultimo bagliore che vedremo bene
Non sarà certo il colpo di fucile della fine

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