Testi Il sulografo e la principessa ballerina - Lo Stato Sociale

Il sulografo e la principessa ballerina - Lo Stato Sociale
Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Il sulografo e la principessa ballerina, artista - Lo Stato Sociale. Canzone dell'album L'Italia peggiore, nel genere Поп
Data di rilascio: 01.06.2014
Etichetta discografica: Garrincha Dischi
Linguaggio delle canzoni: Italiano

Il sulografo e la principessa ballerina

Parole parole parole
Soltanto fiumi che vanno da sole
Che non so afferrare
Che è facile dirle senza pensare e guardare altrove
Le luci del palco mi fanno sudore
Il tuo sguardo vergognare forte
Conosci un altro modo per fregare la morte a parte le brutte canzoni da
parafrasare
Ho le gambe imbranate, il fumo alle tempie come un toro ubriaco
Di cocktail da tonici se ti avessi sfuggito non l’avrei fatto
Sembrava ieri
Sembrava adesso
Sembrava lo stesso di quando bambino aggrappato
Alle nuvole chiedevo un passaggio per un mondo fragile
Invece rimango inchiodato ai tuoi occhi, inediti
Infilzati nei miei come banderillas
Come corde di rame che portano di ritorno la corrente
E una carovana di equilibristi sloveni ubriachi brinda al nostro incontro
Sbagliandosi lungo le corde tesissime elettriche
Chiudi che c'è corrente
Che io giuro che smetto di bere
Che tua madre ti vorrebbe dal parrucchiere
Che tu dici che hai solo i capelli crespi
Che tanto lo sai di avere il potere di essere qualsiasi ma non lo usi
E ritorni a guardare ogni volta che mi tiri un baffo con il pensiero
E sei un maledetto chirurgo
E io un malato di sudore dai fari che mi tornano a scaldare
In mancanza della tua mancanza
Che gli altri tornano a guardare me che non so più che cosa cantare, davvero
Mi porti lontano
Mi porti a guardare il cielo cadere
A bruciare un contratto
A fumare la vertigine sui pali della luce
Mi dici mi piace sentirti parlare dire le cose
Che sono vere anche se sono dei luoghi comuni
E allora capisco che non sono nei buoni
Per nulla migliori di una serie televisiva adolescenziale
Che il punto non è dire la verità ma dirla male
E allora te lo voglio dire
Senza dirla per luogo comune
Che la violenza sulla violenza è una buona ragione
Che più volte ho pensato di voler sparare
Che il coraggio non ce l’ho altrimenti non sarei bravo a parole
Che si scrive per non leggere e si parla per non ascoltare
E la democrazia è questa cosa qui, non un’altra ideale
E ha rotto i coglioni e odio cantare
E odio i cantanti che fingono di piangere e gli attori che fingono di arrossire
E se canti a squarciagola una mia canzonetta sospetto
Che tu non abbia di meglio da dire, o da scopare
Odio la musica balcanica ai capodanni
E quella giacchetta la odierei se avessi un po' di gusto
Un po' di interesse per il vestire
Ma forse sono solo stanco delle persone, dei cani
Delle puttane che piangono sui giornali, dei giornalisti che ne fanno eroine
Dei referendum a ricatto nelle fabbriche dei padroni che esistono ancora
E pure gli operai, i proletari, i tiranni, le guerre, le stragi di stato
L’amianto, la repressione, lo squadrismo della nostra polizia statale
L’avresti mai detto per luogo comune che avresti
Vissuto nella stessa sbilenca mezza stagione
Che ti ha portato in coda con altre persone
A firmare un assegno di disoccupazione in mezzo al trionfo di un grande
Paese industriale
Ma tu torna a ballare bella come non esistesse alcuna speranza
Come la luce di una bottiglia di notte nel mare
Nuova stella polare per un battello etilico nella grazia tentennante e perduta
Che mai giuro ci avevo pensato
Che mai giuro mi sarebbe capitato
Di avere paura del mare al punto da scegliere di annegarci
Per togliermi il pensiero
Che poi, la scelta la fai tu
Tirandomi un baffo
Con un pensiero non sempre intelligente
Ma profondo come il relitto che
È il mio ottimismo in alta stagione balneare
Ti ho toccato il culo e abbiamo riso
Il tuo culo frega la morte al tavolo in trattative con la felicità
Vorrei fosse il mio sindacato
Vorrei non averti mai baciato
Vorrei non aver detto questa cosa
Vorrei averlo sempre fatto
Tu vendi la droga
Io neanche bevo il caffè
Un matrimonio consumato tra un silografo e la principessa ballerina
E mi lasci contro il muro
Come un arrampicatore sociale qualsiasi
Sì, ti ho sognato
Sì, l’ho rifatto
Lo rifarò che lo so
Come sia capitato lo giuro
Ma ti amo lo giuro che davvero
Che lo so che sono un bugiardo davvero
Ma davvero ti amo e vaffanculo
Che una verità per luogo comune di nuovo me l’hai fatta dire ma è vera
Ti amo e vaffanculo
Ora mi sento più leggero

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