Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Linea 30, artista - Lo Stato Sociale. Canzone dell'album L'Italia peggiore, nel genere Поп
Data di rilascio: 01.06.2014
Etichetta discografica: Garrincha Dischi
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Linea 30 |
Il turno chiamato corta e quello più estremo della cortissima sono due turni |
molto adatti a chi, come il babbo, preferisce alzarsi presto, lavorare e |
staccare presto |
Dice che così ha la giornata libera anche se poi alle 10 di sera si addormenta |
L’azienda, chiamata così senza mai davvero nominarla, è uno di quei posti dove |
lavorare è quasi un piacere |
Sicuramente quasi un titolo per gente che, sicuramente di titoli non ne ha |
Durante tutti gli anni 70 i dipendenti dei servizi dei trasporti pubblici |
bolognesi sono stati vestiti con uno stile invidiabile: camicie azzurre, |
pantaloni a zampa, mocassini e libertà di barba, baffi e capelli; |
tipo George Harrison e Gianni Rivera |
Il babbo di storie sulla guida te ne potrebbe raccontare per ore |
Per 30 anni ha portato a spasso l’unità più varia con il solo obbiettivo di |
finire il turno puntuale; |
Perché se sei puntuale finisci il turno in orario |
L’Azienda era una roba fresca, giovane |
Gli autisti avevano fatto un bel ricambio e non c’erano più quelli del Tramvai |
Malgrado le rotaie di via Rizzoli ti facciano ricordare di un’urbanistica di |
tempi andati |
La linea 30 tagliava Bologna in direzione Nord-Sud |
Da San Michele in Bosco alla Bolognina |
Portava in centro gli impiegati degli uffici e gli operai della Casaralta alla |
Casaralta |
Non è un caso che la squadra del quartiere si chiamasse Bo. |
CA con il puntino |
fra Bo e Ca |
Lo leggi come Bocajuniors, ma in realtà significa Bolognina Casaralta |
Un giorno in via Marconi il babbo fa fermata |
Dalla porta anteriore si affaccia uno tutto di corsa e chiede: «questo va in stazione?» |
Scoprì poi di aver imbarcato un giornalista dell’odiatissimo Resto del Carlino |
Il babbo è sempre stato uno di molte parole e buoni sentimenti, ma con una |
freddezza che in molti punti della mia vita ho scambiato per menefreghismo |
Anche quel giorno aveva il solito obbiettivo di staccare il turno in orario, |
andare a prendere mio fratello all’asilo e ritornare a casa da mia mamma |
Il 2 Agosto 1980 la Linea 30, come al solito, scendeva da via Marconi verso |
Piazza dei Martiri, dritto in via Amendola e poi a destra, davanti alla |
stazione dei treni |
Sembra distantissimo, ma se la fai a piedi in 5 minuti sei arrivato |
Il tipo di corsa dice: «è scoppiata una bomba!» |
Uno, due, tre, 10, 20, 50, 76 alla prima conta e 85 al definitivo |
Centinaia i feriti |
Eppure la Linea 30 alle 10 e mezza passò per viale Pietramellara non |
sospettando nulla del genere |
La stazione dei treni non era più una stazione dei treni |
Era una cosa, una roba senza senso o forma |
Polvere e macerie, gente ferita e grida |
L’ambulanze per prime, la polizia |
Una bomba in stazione il 2 di Agosto |
Chi ci avrebbe mai pensato? |
Chi è stato? |
La P2, sicuramente lo Stato lo sa |
Non lo sanno gli autisti degli autobus fra cui il babbo |
Non lo sanno gli autisti dei taxi |
I dipendenti della ferrovia, i lavoratori della CIGAR |
Chi passava per caso, chi andava via, tornava |
Se ne stava nella sala d’aspetto della seconda classe |
Non lo so io nato nel 1985 |
Non lo sai tu |
Nono lo sanno i vigili del fuoco, i medici |
Non lo sa ancora nemmeno l’autobus 37 con Agide Melloni che per 16 ore prestò |
servizio come soccorritore |
La linea 30 oggi passa ancora dalla stazione dei treni di Bologna |
Fa ancora quel percorso |
In verità chiunque passi dalla stazione fa ancora quel percorso |