Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Chiedi Alla Polvere 2008, artista - Marracash. Canzone dell'album Marracash, nel genere Рэп и хип-хоп
Data di rilascio: 31.12.2007
Etichetta discografica: Universal Music Italia
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Chiedi Alla Polvere 2008 |
Fra è il mio regalo ai nullatenenti |
Io il mullah tra i reietti |
A chi non ha il pane e chi ha perso i denti |
E sta nelle popolari in celle di alveari |
Con i suoi e le sorelle in quaranta metri quadri |
A belve strette nei penitenziari |
Quelli magari che vanno in manette sbarbi per sbagli adolescenziali |
Un anno al fresco ed escono criminali |
Questo è per i vari torti subiti da porci istituzionali |
A chi esce tardi la sera senza i vestiti cari |
Quelli che li vedi al club solo se c'è open bar al party |
Ad ogni sbronzo in città perso |
Che ogni giorno a zonzo guarda i frà di traverso |
A chi l’ha presa credito e mo sta inguaiato |
Rischi i tagli |
Speri di raccontargli che non c’eri tagliato |
A chi c'è nato senza fiato senza fato Dio l’ha fatto |
E alla sua mensa senza piatto |
A chi ha la lama occultabile dentro ai boxer |
Vuole la grana facile da uno coi Dockers |
Ma non puoi dare colpi bassi alla sorte |
Frà la sorte è una bugia ed ha le gambe corte |
Ed il principe non cerca mai moglie nelle fogne |
Le nostre donne danno figli con le voglie |
A chi coglie che io ho la stoffa per raccontare |
Sempre vero la mia stoffa è di fottuto tessuto sociale |
Questo pezzo è senza prezzo a chi l’ha chiesto |
Chiedi alla polvere qua è diverso |
Non è la sociologia i film i libri o un testo |
Il mio rapporto frà è diretto |
Ci sto in mezzo e non l’ho scelto no, è l’inferno |
Chiedi alla polvere, qua è diverso |
Non è la sociologia i film i libri o un testo |
Il mio rapporto frà è diretto |
Chiedi alla polvere nera |
Del tamburo di un revolver o quella incolore ma pur vera |
Che ci avvolge frà, è la miseria non solo soldi |
Uomo che tu sia nato docile o solo per nuocere |
A chi si sveglia la mattina presto |
Si rassegna ad un onesto lavoro otto ore lo stesso gesto |
A chi a quell’ora stende l’ultima riga |
Molesto in parlantina e tace solo a se stesso |
A chi spesso tiri in mezzo di riflesso |
Se rimi ti fingi grezzo, io dis-rispetto |
Credulone col mito d’uomo tutto d’un pezzo |
Ti basta l’acetone e ottieni un sasso compresso, fesso |
A chi ha la madre che sta in ansia e insonne in un letto |
A chi è vestito amsa, dorme in sala d’aspetto |
Chi ha il padre che parla solo dialetto |
Cambiano i tempi e modi e il mondo coniuga con l’imperfetto |
A chi sogna la ribalta e i riflettori |
All’alba la ribalta è quella di un camion per i traslochi |
Per i vostri vuoti riempiti dai nostri voti |
Sinistra o destra resta una trappola per topi |
E a mio nonno che in Sicilia ancora spreme la vita nell’orto |
Ed a mio padre hanno spremuto la vita dal corpo |
Ed al mio sporco sporco sud sudicio |
A chi ha su-subito e vuole tutto e su-subito |
La mia è una genia di sconfitti |
Il fottuto ciclo dei vinti e finti miti |
La fame atavica |
Chi ha fame ingoia e non mastica |
Se masticasse saprebbe il mondo quanto male gli fa! |