| L'ha vista una volta, e nello sguardo,
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| Uno sguardo di un momento di occhi che si incontrano,
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| Il suo cuore si fermò in trance improvvisa:
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| Tremò di una dolce sorpresa...
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| Tutto nella luce calante si fermò,
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| La star della femminilità perfetta.
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| Quella vigilia d'estate il suo cuore era leggero:
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| Con passo più leggero calpestò il suolo:
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| E la vita era più bella ai suoi occhi,
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| E la musica era in ogni suono:
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| Ha benedetto il mondo dove potrebbe esserci
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| Una cosa così bella come lei.
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| Lì ancora una volta, mentre scendeva la sera
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| E le stelle scrutavano in alto,
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| Due amanti si sono incontrati per l'addio:
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| Il sole occidentale brillava debole e rosso,
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| Perso in un flusso di nuvole viola
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| Che lo avvolse come un velo funebre.
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| Da molto tempo il ricordo di quella notte—
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| La mano che strinse, le labbra che baciarono,
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| La forma che svanì dalla sua vista
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| Affondando lentamente attraverso la nebbia lacrimosa-
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| Nella musica da sogno sembrava rotolare
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| Attraverso le stanze oscure della sua anima.
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| Così dopo molti anni è arrivato
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| Un vagabondo da una riva lontana:
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| La strada, la casa, erano sempre le stesse,
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| Ma quelli che cercava non c'erano più:
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| Le sue parole ardenti, le sue speranze e le sue paure,
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| Inascoltato cadde su orecchie aliene.
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| Solo i bambini dal loro gioco
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| Metterebbe in pausa il triste racconto per ascoltare,
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| Restringendoti in mezzo allarme,
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| Oppure, passo dopo passo, si sarebbe avventurato vicino
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| Da toccare con mani timide e curiose
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| Quello strano uomo selvaggio di altre terre.
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| Si è seduto accanto alla strada trafficata,
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| Lì, dove aveva visto il suo viso l'ultima volta:
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| E i ricordi affollati, agrodolci,
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| Sembrava ancora infestare il luogo antico:
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| Il suo passo sempre fluttuava vicino:
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| La sua voce era sempre nel suo orecchio.
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| A volte, mentre la luce del giorno svaniva
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| E le nebbie della sera iniziarono a rotolare,
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| Nel mezzo soliloquio si è lamentato
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| Di quell'ombra nera sulla sua anima,
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| E sventagliato alla cieca, con cura crudele,
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| Le ceneri di una vana disperazione.
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| L'estate fuggì: l'uomo solitario
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| Ancora indugiavano i giorni calanti;
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| Tuttavia, con il passare della notte, scansionava
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| Ogni volto che passa con uno sguardo più attento—
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| Finché, malato di cuore, si voltò,
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| E sospirò «oggi non verrà».
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| Quindi di grado il suo spirito si è piegato
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| Per deridere il proprio grido disperato,
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| Nella severa autotortura per inventare
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| Nuovi lussi di agonia,
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| E le persone tutto lo spazio vuoto
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| Con visioni del suo viso perfetto.
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| Poi per un momento era vicina,
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| Non ha sentito alcun passo, ma lei era lì;
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| Come un angelo all'improvviso
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| erano corposi dall'aria invisibile,
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| E tutta la sua bella struttura eterea
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| Dovrebbe svanire rapidamente come è venuto.
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| Quindi, per metà nella trance solare di fantasia,
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| E per metà nel vuoto doloroso della miseria
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| Con volto deciso e di pietra
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| Godeva del suo essere amaro,
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| E cacciato per sempre dalla sua mente
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| La felicità che non riusciva a trovare.
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| Come quando il disgraziato, nella stanza solitaria,
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| Verso la morte egoistica si scaglia follemente,
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| Il fascino di quel fumo fatale
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| Esclude il sano mondo vivente—
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| Quindi tutta la forza e l'orgoglio della sua virilità
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| Un sogno malaticcio era stato spazzato via.
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| Sì, fratello, e lo abbiamo passato lì,
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| Ma ieri, di buon umore,
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| E meravigliato dell'aria signorile
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| che ha svergognato il suo atteggiamento da mendicante,
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| Né ci siamo preoccupati che noi stessi potremmo esserlo
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| Sventurati disperati come lui;
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| Chi ha lasciato che il pensiero della beatitudine fosse negato
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| Distruggi la nostra vita e i nostri poteri,
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| E pino, in solitario orgoglio,
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| Per una pace che non sarà mai nostra,
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| Perché non lavoreremo e aspetteremo
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| Nella pazienza fiduciosa per il nostro destino.
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| E così è capitato ancora una volta che lei
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| È venuto dal vecchio posto familiare:
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| Il volto che sarebbe morto per vedere
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| Si chinò su di lui, e lui non lo sapeva;
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| Troppo rapito nel dolore egoistico per ascoltarlo,
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| Anche quando la felicità era vicina.
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| E la pietà riempì il suo dolce seno
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| Per lui che non si muoveva né parlava
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| Il cremisi morente dell'ovest,
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| che tingeva debolmente la sua guancia smunta,
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| Le cadde addosso mentre si alzava e si spargeva
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| Una gloria intorno alla testa del paziente.
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| Ah, lascialo svegliare! |
| I momenti volano:
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| Questo terribile appuntamento potrebbe essere l'ultimo.
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| E guarda, la lacrima, che le offuscava l'occhio,
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| Gli era caduta addosso prima che fosse passata -
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| È passata: il cremisi è diventato grigio:
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| E la speranza svanì con il giorno.
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| Passarono le pesanti ore della notte,
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| E il silenzio si trasformò in suono,
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| E la luce scivolò nel cielo orientale,
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| E la vita iniziò il suo giro quotidiano -
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| Ma luce e vita per lui erano fuggite:
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| Il suo nome era contato con i morti. |