| Questo palpito delle mie viscere,
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| questa malinconica voglia di viaggiare interiore tribale,
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| questa fatale brama di qualcosa di impalpabile,
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| questo innominabile impulso privo di emozioni.
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| Questo, questo mi lascia vuoto,
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| eppure mi spinge in avanti
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| Sperando di annientare l'entropia con l'emozione,
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| Vado in giro per i rituali viventi.
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| Investo, sacrifico, comprometto...
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| Eppure l'intera comprensione mi sfugge a semplici passi,
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| questo lo so,
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| ma la logica è un fallimento
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| Vengo alla sfiducia e diffidare della fiducia mi porta
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| indietro all'inizio.
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| Le cose che vedo a volte non hanno nome.
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| Io stesso sono la creatura senza nome di dubbia professione,
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| noto per ciò che è scortese da ammettere,
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| la verità si rivela negli inconvenienti e nel destino
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| la fede può fare una discrepanza tra la vergogna e l'essere evitati.
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| Combatto le idiosincrasie di mia creazione,
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| Traccio linee immaginarie nella mia mente
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| sperando di separare i buoni comportamenti da quelli cattivi,
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| il problema fluisce da questa conoscenza, da questo mondo.
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| Cerco di modificare gli schemi che cerco di dire a me stesso
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| sono stati instillati molto tempo fa da qualcun altro.
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| Cammino il confine tra negazione e vacanza,
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| con gli occhi aperti per trovare la mia mano sono ancora davanti a me,
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| i miei piedi sono ancora attaccati
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| e i miei organi producono ancora liquidi che mi fanno fare strani sogni.
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| Ho sentito che non si può creare nulla che non esista già,
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| da qualche parte, da qualche parte, da qualche parte.
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| Devo cercare di contenere i miei pensieri in questa scatola costrittiva che è
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| questo mondo, questa esperienza, questo istante.
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| Investo, sacrifico, comprometto
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| Investo, sacrifico, comprometto |