Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone I vecchi, artista - Microphones Killarz
Data di rilascio: 10.10.2007
Limiti di età: 18+
Linguaggio delle canzoni: Italiano
I vecchi |
Io sono il reverbero dei vostri sacrifici |
Di quando giù a cusè non c’erano edifici |
Di quando la terra dava pane acqua e cibo mentre la guerra |
Dava fame rabbia e schifo |
Entrambi partiti ma per lo stesso partito uno di voi rapito |
Otto anni ostaggi del nemico |
Ma tornato col sorriso dalla donna che amava |
Di quando l’amore bruciava ed era lava che legava |
Di quando il vostro dio stava in chiesa con le persone |
E non comunicava qua giù con la tv |
Che poi di televisione ce n’era una ogni sei famiglie |
E si teneva un mese a testa a rotazione |
Io sono la fusione di due talenti diversi |
Uno dedito alla musica l’altro ai versi |
E sento ancora la tua voce che mi dice tieni duro |
Quando vedo una svastica su di un muro |
Sono uno zero un tipo senza terra ma nemmeno forestiero |
Pordo addosso le iniziali du cui devo il carattere |
La mia faccia e la condanna di essere un bastardo che non parla |
Sorride e beve vino fuma le sigarette da un casino |
Smette solamente il giorno del destino e l’umile non spezza |
Si piega e si destreggia per regalarsi le vittoire e le soddisfazioni che lo |
appoggian |
Con quetsta voglio, ricordarli tutti quanti con orgoglio |
Con questa voglio, salutarli tutti come in un sogno |
Con questa voglio, dirgli quanto mancano e quanto mi abbiano |
Aiutato contro il mio diavolo |
Io non so leggere negli occhi ma certe cose le capisco perchè l’ottica di |
acquisto dei pensieri punta ai fatti |
E la mia semplicità, di non reagire vuole mettere in luce la debolezza dei miei |
anni |
Cosciente del divario generazionale che non mi avvicina |
Vorrei parlare di più cosciente che il diario del mio amore non si spia |
Domani quattro schiaffi ai miei tabù quand’ero piccolo le cose sembrano chiare |
Quando sei grande ti scordi come facevi a sognare ho visto mio nonno da solo |
pregare |
Piangere perchè sorride mentre dentro va tutto male |
Che manco tutto l’amore può fare che manco io da casa |
È una colpa da valutare |
Piange dentro, le lacrime a ad un figlio non si mostrano e crolla in un momento, |
io l’ho visto crollare |
E vivo largo come i giorni in cui crescevo largo come i confini del cielo |
O i contorni di un pensiero io sono le mie radici ovvero |
Il mio presente è frutto di quello che ero ma mentre ero non me ne accorgevo |
E mio padre è l’immagine di suo padre con tutti i suoi difetti ed io sono tale |
e quale |
E anche se ho scelto di sfogarmi a tempo sulle ottave in ogni via da camminare, |
ognuno cade |
E so che ciò che devo diventare in parte lo devo a ogni mio legame familiare |
A chi mi ha insegnato dove iniziare, e come calibrare e dove ripartire quando |
qualcosa va male |
E penso al giorno in cui forse non sarò più e sembra così lontano che tutto è |
più surreale |
In mia sorella rivedo tutta la forza di mia nonna e di mia madre |
È il passato che ho tenuto imprigionato che sta per evadere |
Con quetsta voglio, ricordarli tutti quanti con orgoglio |
Con questa voglio, salutarli tutti come in un sogno |
Con questa voglio, dirgli quanto mancano e quanto mi abbiano |
Aiutato contro il mio diavolo |
Passi brevi lenti con un appoggio o senza nei finachi stanchi ogni dolenza |
spesse lenti su occhi spenti, densi |
D’immagini di un secolo pieno di violenza |
Segnato dalla morte dell’uomo e l’invasione della scienza assenti |
Nei discorsi dei parenti sorrisi apparenti che celan la tristezza degli stenti |
intensa |
Esistenza di momenti commoventi |
Ora spalle curve schiacciate da peso dell’esperienza |
È lei che parla è che gli dà la forza di volontà l’unica forse che non gli manca |
Tra una storia e l’altra |
Cogli nella loro voce un certo non so che che ti rinfranca |
Tanta sofferenza coniugale |
Raccontan della semplicità come l’aspetto più speciale |
Nell’ora funesta la loro anima sale |
Ma nella testa di chi resta il bene che hanno fatto rimane |