Testi Mauro e tiziana - Moder

Mauro e tiziana - Moder
Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Mauro e tiziana, artista - Moder
Data di rilascio: 07.12.2016
Linguaggio delle canzoni: Italiano

Mauro e tiziana

Quando ho aperto gli occhi era notte tarda
Io non ricordo niente, erano gli anni ottanta
Quelli di Craxi e dell’alta finanza, sognando Manatthan
Dei fantasmi nei parchi con gli aghi alle braccia
L’Italia che vince tre a uno ai Mondiali di Spagna
L’Italia di Pertini, di Zoff, quella di Smaila
Rino Gaetano che lascia Aida senza salutarla
Bologna salta mentre suona un disco di Dalla
Era l’Italia dei tempi di abbondanza
L’Italia di «stai zitto, riempi la pancia»
La domenica Santa, Gazzetta e Fernet Branca
Il mondo cambia e la lotta di classe è al bar.
non in piazza
Mi hanno battezzato tra il mare e la campagna
Acqua benedetta tra le saline e la spiaggia
Un bambino non conosce il male, non sa dargli una faccia
Io disegno sorrisi su pezzi di carta
Mio padre lavorava e non aveva niente in tasca
Mia madre stava a casa con mia sorella in pancia
Io già volevo scappare di qua
Chissà cosa pensava mio padre alla mia età
Ma da quant'è che non guardi su
Non dovevamo vederci più
Guido senza meta con quel disco in loop
In tasca ho cinque euro e un pacchetto di Winston blu
Hai visto bene come vivo
Come posso spiegarti come scrivo
Per cambiare basterebbe un tentativo
E intanto un altro giorno è finito
E io correvo sui prati, avevo i vestiti strappati
I canditi, le giostre, i gelati, le estati nei viali
Le elementari, i dettati, Baggio e Schillaci
Imparavi a farti furbo o a nascondino contavi
In primavera in bici senza mani, d’inverno poi t’ammali
L’autunno foglie gialle dipingevano i rami
Han detto «siete tutti uguali», ma ci hanno mentito
Chi nasce senza niente in mano, chi ha il poker servito
Il primo bacio, il primo tiro al gusto di proibito
Poi mio padre è morto senza preavviso
Quel giorno lo sfondo si è fatto grigio
Di colpo ti cambia il mondo, ho salutato il porto, mi sono trasferito
Ti sei mai sentito niente?
Sai, fa un male cane
Morire per le feste il giorno di Natale
È il tuo regalo da scartare, immaginavo di volare
Mi aggrappavo al cielo e mi scordavo di tornare
In classe dicevano: «Cresci, adesso esci»
Io parlo ancora coi muri perché sanno tenere i segreti
E già, volevo scappare di qua
Chissà cosa pensava mio padre alla mia età
Io sono il figlio di Mauro e Tiziana, del loro sangue
Figli di Gastone e Verdiana, di Maria e di Walter
Quanta strada alle spalle, quanta ancora da farne
Queste sono solo storie, io amo raccontarle
Ma da quant'è che non guardi su
Non dovevamo vederci più
Guido senza meta con quel disco in loop
In tasca ho cinque euro e un pacchetto di Winston blu
Hai visto bene come vivo
Come posso spiegarti come scrivo
Per cambiare basterebbe un tentativo
E intanto un altro giorno è finito

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