Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Il pianista, artista - Remmy
Data di rilascio: 14.07.2016
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Il pianista |
Dal muro di quella stanza non suonava mai il silenzio |
Solo note distorte di pianoforte |
Incastrate tra calce e cemento |
E per quanto ogni suono venisse a galla |
Fuggiva dalle dita come il volo di una farfalla |
D’estate i pomeriggi assopiti e i fiori avizziti |
Solo un pazzo avrebbe letto di storie nei suoi spartiti |
Erano cumuli di nube ed accordi come appassiti |
Solo ricordi quasi svaniti |
La conobbe che era autunno, le foglie già rosse |
Lui alla finestra, lei spazzava le foglie già morte |
Lo colpì il suo viso, improvviso come la primavera |
E danzò con le mani sulla tastiera |
Parlò, ma senza parole, solo le note fatte |
E scrisse delle gote sue, come le accarezzasse |
Lei ascoltò rapita quella musica che era pura |
E dopo un’intera vita, venne musica da quelle mura |
Suona su quei tasti quello che non hanno gli altri |
Perché un amore come questo non è per tutti quanti |
Sopra quei tasti bianchi e neri |
Ho cantato i miei desideri più reconditi |
A bassa voce come i segreti |
Conservo tutto sai per quando finirà |
Metteva in musica il suo corpo |
Come fosse un’opera compiuta |
Cantava poesia cruda e sapeva suonarla nuda |
In quelle melodie, il rosa delle sue forme |
Sulle corde la curva delle sue labbra rosse, si bemolle |
Lei si accomodò dentro quei suoni e nel riverbero |
Scoprì note che non sapeva che esistessero |
Pensò chi si nasconde dietro quelle mani che si flettono |
Cerbero colui a cui tutti si genuflettono |
In ogni partitura diamanti di ogni caratura |
Cara musa, la musica non compra quella spazzatura |
Vorrei adonarti il corpo d’oro, adorarti come gli Dei |
Vestiti al suolo, imparare tutti i tuoi nei |
Lei non chiese, si spogliò di ogni suo avere e indumento |
Sulla pelle le mani come fosse lei lo strumento |
E da quella stanza le sere, solo l’amore che fece |
Dalla sua bocca cremisi gemiti di piacere |
Suona su quei tasti quello che non hanno gli altri |
Perché un amore come questo non è per tutti quanti |
Sopra quei tasti bianchi e neri |
Ho cantato i miei desideri più reconditi |
A bassa voce come i segreti |
Conservo tutto sai per quando finirà |
Sbatte forte la porta poi lui stonò |
Ricorda così la notte in cui lei andò |
Perchè l’amore non vince e tutto svanisce |
Pensò fosse perché forse anche l’aria più dolce finisce |
Maledetto il tempo che aveva premura |
Di premere il grilletto senza la sicura |
Non prima di strappargli dalle mani la cosa più pura |
Ed imprimere nel legno il suo nome in ogni venatura |
Parlava di ogni tocco, ogni singolo suono sporco |
Di tutte quelle volte in cui ne ha sfiorato il corpo |
Al cospetto di quella tastiera che sembrava una smorfia |
Gli sorrideva storta, chiuse il coperchio per l’ultima volta |
«È cosi che si perde» pensò sfregando le sue mani fredde |
E fu presto dicembre e forse partì |
Forse sparì, ma più niente si seppe |
Dal muro di quella stanza venne solo silenzio per sempre |
Suona su quei tasti quello che non hanno gli altri |
Perché un amore come questo non è per tutti quanti |
Sopra quei tasti bianchi e neri |
Ho cantato i miei desideri più reconditi |
A bassa voce come i segreti |
Conservo tutto sai per quando finirà |