Testi Confessions d'un malandrin - Angelo Branduardi

Confessions d'un malandrin - Angelo Branduardi
Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Confessions d'un malandrin, artista - Angelo Branduardi. Canzone dell'album Best Of, nel genere Фолк-рок
Data di rilascio: 01.06.2011
Etichetta discografica: Lungomare, W Edizioni
Linguaggio delle canzoni: Italiano

Confessions d'un malandrin

Mi piace spettinato camminare
il capo sulle spalle come un lume
e mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.
Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell’ingiuria,
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.
Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi;
ma mi vogliono bene come ai campi
alla pelle ed alla pioggia di stagione,
raro sar che chi mi offende
scampi alle punte del forcone.
Poveri genitori contadini,
certo siete invecchiati e ancor temete
il Signore del cielo e gli acquitrini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo diventato
il primo tra i poeti del Paese
e ora in scarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.
Ma sopravvive in lui la frenesia
di un vecchio mariuolo di campagna
e ad ogni insegna di macelleria
la vacca si inchina sua compagna.
E quando incontra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale
e vorrebbe la coda del ronzino
regger come strascico nuziale.
Voglio bene alla patria
bench afflitta di tronchi rugginosi
m’caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all’ombra sospirosi.
Son malato di infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d’Aprile,
sembra quasi che l’acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.
Dal nido di quell’albero, le uova
per rubare, salivo fino in cima
ma sar la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane,
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
e giri a coda bassa nel cortile
ignaro delle porte dei granai.
Mi sono cari i miei furti di monello
quando rubavo in casa un po’di pane
e si mangiava come due fratelli
una briciola l’uomo ed una il cane.
Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi,
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa chge vi tocchi.
Buona notte alla falce della luna
s cheta mentre l’aria si fa bruna,
dalla finestra mia voglio gridare
contro il disco della luna.
La notte e` cos tersa,
qui forse anche morire non fa male,
che importa se il mio spirito perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.
O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo ora senza scopo,
giunsi come un maestro solitario
e non canto e celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome,
voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.

Condividi testi:

Scrivi cosa ne pensi dei testi!

Altre canzoni dell'artista:

NomeAnno
Alla fiera dell'est 2011
Il dono del cervo 2011
La sposa rubata 1976
La Pulce D'Acqua 2021
Vanita di Vanita 2011
La serie dei numeri 2011
Si puo' fare 2012
Donna ti voglio cantare 1978
Il vecchio e la farfalla 2011
La favola degli aironi 2011
Highdown Fair 2011
Sotto il tiglio 2011
Il poeta di corte 1976
A la foire de l'Est 2011
Cogli la prima mela 2012
Canzone per Sarah 2011
L'uomo e la nuvola 2011
Il funerale 2011
La bella dama senza pietà 1976
A l'entrada del temps clar 2011

Testi dell'artista: Angelo Branduardi