Stendo di nuovo la coltre di pensieri neri.
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Chissà, forse d'ora in poi il sole non sorgerà.
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E ora, come una coperta, le nuvole incombono su di me.
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E il corpo sprofonda più in profondità nel pantano.
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L'oscurità si insinua dietro l'angolo come un gatto, una vecchia malvagia.
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Negli occhi di nebbia, nelle mani di spire brulicano di serpenti.
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Il mio cane piagnucola impazzito alla porta, poi abbaia nervosamente.
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La notte ti prenderà tra le tue braccia, non separartene.
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Stringendomi la gola, sotto la pelle si lanciano aghi di paura.
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Io, cadendo in un pozzo nero, soffoco,
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Dov'è il fondo sotto un mucchio di teschi bianchi, ossa e polvere.
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Il colpo e il sangue sono andati, mi affatico per l'impotenza.
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Ecco il mio incubo, dove cammino da solo sotto un terribile acquazzone.
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- Arrivederci! |
Ci vedremo di nuovo? |
Dubito.
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Attraverso le nuvole, tuoni dal cielo, lascia che la terra arabile soffochi di umidità!
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Un muro di pioggia, una scogliera, l'ultimo gradino - sto crollando.
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La nebbia si diffondeva tutt'intorno, nascondendo fitte foreste.
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Di sogno in sogno mi tuffo in un pozzo.
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Nessuno è visibile, solo le voci degli spiriti sono attutite.
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E ogni volta che mi sveglio nello stesso mondo.
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Il mondo delle maschere pazze
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Senza amore e colori
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Mi guardo intorno con uno sguardo indifferente.
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Il mio tiro mirato
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Il proiettile sarà veloce.
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Tutti addio per sempre! |
Me ne sto andando.
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Alzo gli occhi per l'ultima volta al cielo,
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E fragorosi timpani tuonano dal cielo.
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L'orchestra suona (forte) una marcia d'addio per il poeta,
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I corni francesi ruggiscono, i violini piangono come vivi. |