Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Addio, artista - Francesco Guccini. Canzone dell'album The Platinum Collection, nel genere Поп
Data di rilascio: 31.12.2005
Etichetta discografica: EMI Music Italy
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Addio |
Nell’anno Novantanove di nostra vita |
Io, Francesco Guccini, eterno studente |
Perché la materia di studio sarebbe infinita |
E soprattutto perché so di non sapere niente |
Io, chierico vagante, bandito di strada |
Io, non artista, solo piccolo baccelliere |
Perché, per colpa d’altri, vada come vada |
A volte mi vergogno di fare il mio mestiere |
Io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite |
A riflettori e paillette delle televisioni |
Alle urla scomposte di politicanti professionisti |
A quelle vostre glorie vuote da coglioni… |
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale |
Alle diete per mantenersi in forma smagliante |
A chi parla sempre di un futuro trionfale |
E ad ogni impresa di questo secolo trionfante |
Alle magie di moda delle religioni orientali |
Che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero |
Ai personaggi cicaleggianti dei talk-show |
Che squittiscono ad ogni ora un nuovo «vero» |
Alle futilità pettegole sui calciatori miliardari |
Alle loro modelle senza umanità |
Alle sempiterne belle in gara sui calendari |
A chi dimentica o ignora l’umiltà… |
Io, figlio d’una casalinga e di un impiegato |
Cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna |
Che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia |
Io, tirato su a castagne ed ad erba spagna |
Io, sempre un momento fa, campagnolo inurbato |
Due soldi d’elementari ed uno d’università |
Ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato |
Dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà… |
Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito |
A chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia |
O sceglie a caso per i tiramenti del momento |
Curando però sempre di riempirsi la pancia |
E dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati |
Ai ceroni ed ai parrucchini per signore |
Alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati |
Al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore |
A chi si dichiara di sinistra e democratico |
Però è amico di tutti perché non si sa mai |
E poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico |
Ed è anche fondamentalista per evitare guai |
A questo orizzonte di affaristi e d’imbroglioni |
Fatto di nebbia, pieno di sembrare |
Ricolmo di nani, ballerine e canzoni |
Di lotterie, l’unica fede il cui sperare… |
Nell’anno Novantanove di nostra vita |
Io, giullare da niente, ma indignato |
Anch’io qui canto con parola sfinita |
Con un ruggito che diventa belato |
Ma a te dedico queste parole da poco |
Che sottendono solo un vizio antico |
Sperando però che tu non le prenda come un gioco |
Tu, ipocrita uditore, mio simile… |
Mio amico… |