Testi Cencio - Francesco Guccini

Cencio - Francesco Guccini
Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Cencio, artista - Francesco Guccini. Canzone dell'album Quello Che Non..., nel genere Поп
Data di rilascio: 31.12.2006
Etichetta discografica: EMI Music Italy
Linguaggio delle canzoni: Italiano

Cencio

Ci sarà forse ancora, appesa in qualche angolo
O a macchiare di ricordi un muro dell' Associazione Bocciofila Modenese
Fra mucchi di coppe e trofei vinti in tornei ogni volta «del secolo»
Glorie oscure di eroi dell’a punto, del volo, delle bocciate secche e tese
Quella foto sul pallaio, presa una sera di quasi estate
Con me e Cencio vicini, fintamente assorti a guardare il punto
Perchè l’umorismo popolare volle immortalare assieme me, il Gigante
E Cencio il Nano, viso già d’uomo serio, compreso, quasi compunto…
Non so come sia capitato in mezzo a noi, confuso branco adolescente di un
periodo oscuro
Di amori e di domande che gonfiavano la testa e i fianchi a ondate sofferte ma
cercate
E poi quei raspare fra sottovesti in nailon, rubando al buio quel po' di
rubabile
Scoprire e esser scoperti, coraggiosi ed incerti e dopo
In branco, raccontarsi e tutti a turno ad ascoltarsi, ma lui…
Eh, lui non aveva un amore da dire, no, lui non aveva una storia
Solo crearsi avventure di cosce e di seni che poi ci sparava a brutto muso
E noi lì ad ascoltarlo sorridendo, senza razzismo né boria
Ma senza capire ciò che voleva essere anche lui, solo un normale adolescente
ottuso
Eppure usava lo stesso barbaro gergo e gli stessi jeans consumati
E amava gli stessi film di bossoli e marines lungo i mari giapponesi
Parlava di rock e fumetti, e non perdeva i cartoni animati
E come noi guardava esplodere il mondo con gli stessi occhi attenti, spauriti,
sorpresi…
Ma cosa pensava lontano da noi, cosa sognava quand’era da solo?
Con le stesse voglie e con gli stessi eroi, ma ali più piccole per lo stesso
volo
Forse sognava anche troppo e davvero, certo in quel branco si sentiva perso
Dove scappare per sentirsi vero, dove fuggire per non essere diverso?
E sognò il circo, realtà capovolta, mondo di uguali perchè tutti strani
La nostra solita realtà stravolta, quell’Eden senza giganti o nani
«Cencio è scappato via, ma l’han già beccato!»
Dopo due giorni era già
ritornato…
Ma il tempo più ottuso di noi incalza per tutti, sia per i giganti che i nani:
Chi immaginava allora che ognuno sarebbe finito in un proprio circo personale?
Vincenti o perdenti non importa, ma quasi mai secondo i propri piani
Con la faccia tinta, sul trapezio, fra i leoni, solo attenti a non farsi troppo
male
Qualcuno m’ha detto che vivi in provincia, con una ballerina bulgara o rumena;
Chissà se hai poi trovato di dentro la tua vera altezza?
Addio amico venuto dal passato per un momento appena
Addio giorni andati in un soffio, amici mai più incontrati;
s’ciao, giovinezza.

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