Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Ladro di cuori col bruco, artista - Lo Stato Sociale. Canzone dell'album Turisti della democrazia, nel genere Альтернатива
Data di rilascio: 18.02.2013
Etichetta discografica: Garrincha Dischi
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Ladro di cuori col bruco |
Mi faccio offrire da bere da Luca e cerco lei, ricolmo di sobbalzi liceali |
Cercando la posa, la mira, il tempo atto a ordire un inganno |
So muovere un dito e appenderci il fiato di 1000 persone su un palco |
Ma qui non so neanche parlare |
Il suo amico che ho buggerato oggi mi buggererà |
Mi fa felice mi accolga con quella sua faccia da gongolo |
Gli chiedo di salvarmi la vita lui mi dice |
Va da lei, è la tua fan più affezionata |
Ed è lei che avevo cercata |
Venere scollata in corpo da lolita |
Fin troppo cordiale per come saluta si scioglie in tignata |
Il suo non essere abbastanza ubriaca poi invoca una serenata |
Cantami pop, fammi sudare la febbre, l’apatico è triste ma ha un ritmo che mi |
trascina |
E intanto mi chiedo se è cigno o gallina |
Com'è che ti chiami? |
Livia. |
Lidia? |
Livia. |
Lidia? |
Livia con la v fa con le dita |
E il delta di venere si apre ala foce della mia fantasia da ladro di cuori col |
bruco |
La porto a bere come un cane pastore lei mi porta a spasso come un barboncino |
Mi attrae quel divano, mi siedo. |
E Livia se ne va, perdendosi nei fumi del |
barismo cordiale |
Il mio divano in simil pelle è un amaro naufragare, la testa è fradicia di |
cazzate e anche il gin invece che grondare |
Piange la solitudine atavica del cugino triste di Umberto Smaila, io, |
perso ad aspettare un segno da venere in vestitino |
Mentre qualche stronzo fa un filmino e grida |
Uuuuuu beibe beibe iz a uaild uord |
Con la faccia vissuta della rockstar al bar del pescatore |
Di chi è finito sotto un camion di salvaslip con le ali |
Guardo culi che non potrò toccare, disegno curve che non saprò ricalcare |
E mi chiedo ma a che serve il mercato? |
A fabbricare sogni o a rivalutare l’usato? |
E intanto sono stonato |
E afrodite non arriva |
La mia bocca è una maschera di saliva e il bicchiere un cunicolo di ghiacchio |
Qualcuno attorno starà pensando io mi piaccio, qualcuno stasera vado a fica! |
E io penso ai vestiti, alle macchine, alle cene, ai cocktail, ai cappellini |
Al contocorrente che perde degli uomini che sanno dire in cifre cos’hanno da |
offrire |
Alle donne che sanno farsi comprare senza farlo pesare |
Il partito negli ultimi ventanni è andato a puttane come il re |
E come il re ha imparato a sparare |
E con il re tornerà sifilitico e con il colpo sempre in canna |
Per la gioia di ogni massaia drogata |
Non arriva Giunone sciupata i suoi piedi da fata chissà dove l’avranno portata |
Ha troppi amici per questo non dice mi piaci e ti salvo la vita |
La vita è perduta |
Non sono mai stato il bello del locale |
A parte al pranzo di Natale |
Ma li conosco e so cos’hanno da raccontare |
Voi siete belli e terribili come le tempeste |
Mettete su i dischi e dopo incendiate le feste |
Normale stentiate a provare emozioni forti d’altronde |
Per essere leggende |
Prima bisogna essere morti |
Puliti e pettinati, ma morti |
Sempre, sempre, sempre sulla lista ma morti |
La mia generazione è una merda Bologna è una merda le donne sono una merda gli |
aperitivi fanno tutti merda |
I vestiti i bicchieri di plastica mi hanno rotto il cazzo |
Dovremmo essere nudi come vermi al macello su questa pista |
A leccarci le ferite per il nostro tempo perduto a rincorrere cazzate |
Che nudi si è tutti più brutti e più veri, anche le belle fiche |
Merde! |
Voi non avete niente da dare ed è un furto quel poco che avete da |
chiedere alla vita |
I commenti sul baffo, ma sei dimagrito? |
Si schiaccia facendo l’attore? |
Poi arriva un trentenne a caccia di quelli che la domenica mattina piangono |
cagando sangue e invocando la mamma |
E intavola una teoretica sullo sbottona mento del secondo bottone della camicia |
Cambia tutto. |
Vero o no? |
Fa agli amici che nicchiano mentre gongolo dice: |
Va da lei" |
E io a lei dico: «non m’hai salvato la vita una volta, figuriamoci la seconda» |
E senza dire niente Livia se n'è andata |
Senza sapere di nulla senza nessun motivo per essere ricordata |
T’avessi vista guardare la neve d’aprile, per strada |
Poi, non t’avessi più incontrata |
Forse, t’avrei per sempre amata |