
Data di rilascio: 10.03.2016
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Vera |
Centrafrica rimpiangono Bokassa. |
Siccome la mia breve esperienza politica nacque anche grazie a quel movimento |
potete immaginare con che invidia guardi le manifestazioni di oggi, |
piene come sono di falci, martelli e Che Guevara dappertutto. |
Mentre sto scrivendo un volantino che non facesse capire ai miei colleghi |
studenti che il collettivo aveva perfino qualche militante di sinistra al suo |
interno, una cosa considerata troppo di parte e pericolosa per gli obiettivi |
ambiziosissimi da raggiungere, tipo un bagno nuovo o una palestra con le docce, |
suona il telefono di casa. |
Pronto" |
Ciao, sei Massimiliano?" |
Certo e tu chi sei?" |
Ciao io sono la Vera." |
Non conosco nessuna Vera. |
Ma si dai sono Vera. |
Non ti ricordi la gita?" |
Gita de che? |
Eppure il nome Vera dovrebbe ricordarmi qualcosa, non è un nome comune. |
No, scusa non mi ricordo". |
Ma dai, la gita in Austria!" |
Scusa Vera, ma di che classe sei?" |
No, non facevo la tua scuola" |
E allora come hai potuto fare la gita con noi?" |
Sono Vera, la figlia di Cairoli!" |
Oh mamma-Marx-Lenin-Mao-tse-tung! |
E' la figlia del mio professore di scienze delle costruzioni! |
Ma c’eri anche tu in gita? |
Ma quanti anni hai?" |
Adesso quattordici, faccio la prima ragioneria". |
Ero maggiorenne da poco, stavo scoprendo che il movimento degli studenti |
serviva più che altro a tentare di rimorchiare qualche ragazza potenzialmente |
interessata ad infatuarsi di improbabili capetti studenteschi e mi telefona a |
casa una primina mocciosissima di cui non ricordo la faccia e perdipiù figlia |
del mio professore di scienza delle costruzioni. |
Cerco di capire cosa vuole da me. |
Ti ho fatto delle foto in gita e volevo dartele" |
Va bene dai, domattina, davanti a scuola portamele Ciao". |
Ma che sfiga oh, ma chi è sta qui, la figlia di Cairoli, ma che cosa terribile. |
E' vero che in gita c’eran le figlie dei professori ma mi pare fossero davvero |
inguardabili. |
La mattina dopo Vera mi si para davanti e ai miei occhi è un cesso epocale. |
Erano occhi stupidi in realtà perché sotto degli occhialoni da incubo e una |
faccina smunta c’era un vago accenno di bella ragazza in divenire, |
ma io non avevo tempo nemmeno di immaginarmela e pensarci su meglio. |
Troppo piccola, troppo occhialuta, troppo invadente e troppo figlia di suo |
padre che avevo poco da spartire con quell’ingegnere dalle ciglia folte oltre |
ogni ragionevolezza e simpatie politiche tutt’altro che interessanti. |
Democristianissimo era il classico docente con un’attività professionale |
altrove, un insegnante freddo e secondo me anche un po' fesso. |
Come sua figlia insomma. |
Le foto della gita che mi mostra sono belle: in una dormo, nell’altra sembro |
molto figo. |
Aveva del tempo da perdere questa tredicenne, strano che nemmeno mi sono |
accorto che mi guardava. |
Vabbè, le foto le ho, ti saluto. |
Ciao". |
Che mi frega a me delle devastazioni ormonali di una cinnazza. |
Non mi passa nemmeno per la testa che questa bimba debba aver fatto uno sforzo |
colossale per trovare la forza di cercarmi. |
Oggi capirei, allora disprezzai. |
Povera piccola. |
Ma l’amore sconfitto di un’adolescente è una cosa difficile da debellare senza |
morti, feriti e contusi. |
Questa primina non mi piace, è imbarazzante, invadente sono un promettente |
leader studentesco della mia scuola ho faticato come una bestia per prendere un |
seggio al consiglio di istituto in un ambiente pieno di spocchiosetti cattolici |
organizzati da un simpatico boss della curia poi diventato famoso. |
Ai tempi monsignor Ruini era ancora un misconosciuto prete anticomunista |
reggiano. |
E solo oggi mi rendo conto che il nostro avversario non era poi così |
sprovveduto come noi teorizzavamo: potere della sottovalutazione. |
Insomma, io avevo da pensare a come sconfiggere gli Studenti democratici di |
Azione Cattolica, come convincere quel baciapile del preside a darci una |
palestra adeguata e soprattutto a come conquistare le meravigliose comunistelle |
del liceo Moro, le più belline che c’erano con le loro kefiah rosse e nere. |
Non avevo tempo per questa Vera, bruttissima figlia di un mio professore. |
Per qualche settimana Vera mi fa la posta, mi chiama ogni giorno, |
mi aspetta all’uscita di scuola. |
Nessuno sa che è la figlia del prof, e meno male ma io me la devo togliere di |
dosso questa scassacazzi. |
Incarico una compagna di scuola di eliminarla. |
Si spaccia per la mia ragazza, la chiama; |
lei abbozza, ma la mattina dopo |
mentre incateno il mio nuovissimo Peugeot 103 rosso fiammante mi arriva alle |
spalle e agguerrita mi insulta. |
Non eri capace di mandarmi a quel paese da solo invece di farlo fare da una che |
tanto lo so che è la morosa di un altro e non la tua?" |
Colpito e affondato mi scuso e la prego di sparire dalla mia vita. |
Vera si adegua, ma solo dopo la minaccia di venire sputtanata con il suo |
genitore all’antica. |
La paura di tale evento la fa impallidire ancora di più e finalmente evapora. |
A primavera il movimento dell'85 (adesso '86) è già finito, la maturità sta per |
arrivare, la Falcucci buonanima è sempre ministro e io rispondo al telefono |
convinto che sia Cinzia, una di quelle comunistelle del liceo Moro che contro |
ogni pronostico sta per diventare la mia prima fidanzata seria. |
Invece è di nuovo Vera. |
Oh ma cosa vuoi"? |
Buono ho bisogno di un favore" |
Dimmi" |
Senti io adesso sto con uno ma mi tratta male, mi snobba e io devo fargli |
capire che io posso avere dei ragazzi più grandi e più interessanti di lui, |
domattina quindi mi vieni a prendere alla fermata del tram e fai la parte di |
uno che mi vuole" |
Io trasecolo: sto per fidanzarmi con la più bella dello scientifico e mi devo |
prestare a questi giochetti da quattordicenne andreottiana? |
Non se ne parla proprio. |
Dai fammi sto favore e non ti disturbo più e ti prometto che alle prossime |
elezioni scolastiche voto la lista di sinistra anziché i tuoi odiatissimi |
Studenti democratici". |
La seconda promessa, un voto cattolico strappato alla reazione in favore del |
socialismo, mi commuove. |
Ok ragazza, domattino alle sette e tre quarti alla fermata"ma mentre lo dico mi |
si accende una scritta luminosa in fronte: sono il genio del male! |
Pol Pot è un dilettante al confronto, Enver Hoxha e Kim Il Sung vengono a |
lezione da me nel doposcuola. |
Parlando con la poveretta infatti mi sovviene che quella mattina il mio compito |
in classe di scienze delle costruzioni è andato da schifo. |
Il muro di sostegno che ho progettato non starebbe in piedi nemmeno a gravità |
zero e il voto insufficiente che mi aspetta macchierà una media non si sa come |
e perché ancora intorno al sette nonostante decine, centinaia, migliaia di ore |
di assenza. |
I compagni devono distinguersi anche per la brillantezza dei loro risultati |
accademici. |
Com’era il testo del compito? |
Ho la brutta copia qui nella borsa. |
Lo rifaccio e alla mattina vado a fare la mia parte. |
Dopo avere finto di apprezzare la ragazzetta andiamo a berci un caffè; |
è raggiante, il tizio ha visto tutto ed è furioso. |
Lei mi dice la frase che aspettavo: |
Chiedimi quello che vuoi che ti ricambio il favore" |
Ecco cara, ti dico subito. |
Ieri mattina ho scazzato il compito in classe che ci ha dato tuo padre, |
l’ho rifatto a casa e saresti così carina da sostituire questo protocollo |
giusto con quello sbagliato che avrai a casa in qualche cassetto?" |
Vera sta per svenire. |
Non si aspettava una carognata così. |
Il babbo si fida di lei, è un tradimento troppo grosso. |
Anche il mio cinque in pagella è troppo grosso bambina, cambia sto foglio, |
ci metti un secondo e non ne parliamo più". |
Vera piange, io insisto, minaccio, impaurisco la primina coraggiosa fino a |
quando, affranta, cede. |
Il giorno dopo sento la sua voce al telefono per l’ultima volta. |
Ha fatto il suo dovere. |
Anche Lenin sarebbe d’accordo, sono un compagno e ho l’obbligo morale di |
prendere un voto decente. |
Qualunque mezzo va bene. |
Dopo tre settimane scopro che il muro di sostegno sta su perfettamente e mi |
porto a casa un sette e mezzo che sistema la media. |
Prof, ho sopportato quel cofano di tua figlia, me lo sono meritato. |
La mia vicina di banco Elvira, che aveva copiato il mio elaborato di sana |
pianta, prende cinque meno. |
Il conto non torna e comincia ad urlare. |
Professore, professore, io ho fatto il compito uguale a lui, perché m’ha dato |
cinque?" |
Guardi signorina, lei è sicura?" |
Sono sicura, ho copiato!" |
Ecco, brava, allora copi meglio la prossima volta". |
Elvira poi mi avrebbe domandato per secoli e secoli come sia stato possibile |
rifare riga per riga il mio compito e alla fine trovarsi il mio perfetto e il |
suo triste come un salice. |
Anche Elvira era cattolica ma al miracolo si è sempre ostinata a non credere |
nonostante i miei maldestri tentativi di rinsaldare la sua fede. |
Molti anni dopo questi eventi ho visto il film Paz su Andrea Pazienza e i suoi |
personaggi: Zanardi, in quel giorno del 1986, mi faceva una sega. |
Nome | Anno |
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