| Sono il limbo, in attesa su una finestra
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| bloccato in un intervallo, il nuovo è irraggiungibile
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| colorato dal nome di un'etichetta, etichettato dalla geografia
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| su un posizionamento di un cavallo oscuro morente
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| Sono un plagio prima di prendere in mano una penna
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| tra un precedente sonoro e l'età che rappresento
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| abbastanza grande da possedere il rumore rubato che faccio
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| come un ingrato arrogante
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| Degno di nota solo per la nostra fedeltà
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| agli antenati che possiedono tutto ciò che facciamo
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| la maggior parte dei quali non ho mai venerato
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| mai avuto bisogno o nemmeno sentito
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| emulando gli individui
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| clonare i nuovi originali
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| seguaci per il rituale della malavita
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| Sono un portavoce di un derivato
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| commesso viaggiatore che vende vecchia narrativa
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| veri suoni di libertà che filtrano attraverso la mia voce
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| Si sente solo in eco. |
| rumore bianco
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| una volta introverso, sto sputando tutto il mio valore
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| rigurgitando le loro parole. |
| Vomito
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| Seconda venuta di seconde stringhe
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| impersonando la cosa reale
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| al di là degli dei che hanno scritto brutte canzoni
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| o tossicodipendenti morti e scomparsi
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| chi ha scritto la canzone che ha rubato la mia voce?
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| per una scena che ha fatto le mie scelte
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| E il nome che hanno scelto per me
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| E il nome scelto per me
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| Finalmente eccomi qui. |
| Si dice che sarà fatto di nuovo
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| posa di statue intemperie
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| in piedi su vecchi attributi
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| stufo di questa sensazione di ridicolo
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| Sono una battuta finale di una barzelletta
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| Sono il limbo, in attesa su quella finestra
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| vecchia canzone risuonante. |
| «Buonanotte, così tanto tempo»
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| Raschiando il marchio dalla mia fronte
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| alla velocità di quasi morto
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| sotto il voto che non ho mai fatto
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| al suono che ho già tradito
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| È il nome che hanno scelto per me
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| È il nome che hanno scelto per me
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| Seguici per il rituale della malavita. |