Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Ghostwrite, artista - Bad Astronaut. Canzone dell'album Twelve Small Steps, One Giant Disappointment, nel genere Иностранный рок
Data di rilascio: 13.11.2006
Etichetta discografica: Fat Wreck Chords
Linguaggio delle canzoni: inglese
Ghostwrite(originale) |
I am limbo, waiting on a window |
stuck inside an interval, new is unattainable |
colored by a label’s name, labeled by geography |
on a dying dark horse placing |
I am a plagiarist before picking up a pen |
between a sonic precedent and the age I represent |
old enough to own the stolen noise I make |
like an arrogant ingrate |
Only noteworthy for our loyalty |
to forefathers who own all we do |
most of whom I never revered |
never needed or never even heard |
emulating individuals |
cloning the new originals |
followers for gangland ritual |
I am a spokesman for a derivative |
traveling salesman selling old narrative |
true sounds of liberty straining through my voice |
Only heard in echo. |
White noise |
once an introvert, I’m spewing my entire worth |
regurgitating their words. |
Vomit |
Second coming of second strings |
impersonating the real thing |
beyond gods that wrote bad songs |
or drug addicts dead and gone |
who wrote the song that stole my voice? |
for a scene that made my choices |
And the name they chose for me |
And the name chosen for me |
Finally here I am. |
Said to be made again |
posing weathered statues |
standing on old attributes |
getting sick of this feeling ridiculous |
I’m an over told joke’s punch line |
I am limbo, waiting on that window |
resonating old song. |
«Goodnight, so long» |
Scraping the brand off my forehead |
at the speed of nearly dead |
under the vow I never made |
to the sound I’ve already betrayed |
It’s the name they chose for me |
It’s the name they chose for me |
Follow us for gangland ritual. |
(traduzione) |
Sono il limbo, in attesa su una finestra |
bloccato in un intervallo, il nuovo è irraggiungibile |
colorato dal nome di un'etichetta, etichettato dalla geografia |
su un posizionamento di un cavallo oscuro morente |
Sono un plagio prima di prendere in mano una penna |
tra un precedente sonoro e l'età che rappresento |
abbastanza grande da possedere il rumore rubato che faccio |
come un ingrato arrogante |
Degno di nota solo per la nostra fedeltà |
agli antenati che possiedono tutto ciò che facciamo |
la maggior parte dei quali non ho mai venerato |
mai avuto bisogno o nemmeno sentito |
emulando gli individui |
clonare i nuovi originali |
seguaci per il rituale della malavita |
Sono un portavoce di un derivato |
commesso viaggiatore che vende vecchia narrativa |
veri suoni di libertà che filtrano attraverso la mia voce |
Si sente solo in eco. |
rumore bianco |
una volta introverso, sto sputando tutto il mio valore |
rigurgitando le loro parole. |
Vomito |
Seconda venuta di seconde stringhe |
impersonando la cosa reale |
al di là degli dei che hanno scritto brutte canzoni |
o tossicodipendenti morti e scomparsi |
chi ha scritto la canzone che ha rubato la mia voce? |
per una scena che ha fatto le mie scelte |
E il nome che hanno scelto per me |
E il nome scelto per me |
Finalmente eccomi qui. |
Si dice che sarà fatto di nuovo |
posa di statue intemperie |
in piedi su vecchi attributi |
stufo di questa sensazione di ridicolo |
Sono una battuta finale di una barzelletta |
Sono il limbo, in attesa su quella finestra |
vecchia canzone risuonante. |
«Buonanotte, così tanto tempo» |
Raschiando il marchio dalla mia fronte |
alla velocità di quasi morto |
sotto il voto che non ho mai fatto |
al suono che ho già tradito |
È il nome che hanno scelto per me |
È il nome che hanno scelto per me |
Seguici per il rituale della malavita. |