| Ho scarabocchiato un'ode a questa spirale mortale
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| In scarlatto sulla schiena
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| Ho notolato nel codice con terribile fatica
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| Un versetto d'addio così nero...
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| La pelle avorio si stendeva davanti a me
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| In campi gelati di pallida grazia
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| Gli occhi lividi rotearono indietro e in silenzio mi implorò
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| Dalla tua faccia itterica
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| Intaglio in cremisi con bisturi e raspa
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| Scolpire la tua carne nel tuo epitaffio
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| Il tuo cadavere racconta la sua storia con sangue, pus e grume
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| Svelare i segreti che dovresti portare nella tua tomba
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| Un epitaffio carnale forse è meglio che non venga ascoltato
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| È giunto il momento di tritare più delle parole
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| Le parole d'addio spesso non tagliano così in profondità
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| Inciso sulla tua schiena, i segreti che conserveremo
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| Anche se non leggerai mai queste parole vuote
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| Sulla lastra giaci così immobile
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| Non tagliano così in profondità come meriti
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| Licenza poetica per hackerare, mutilare e uccidere...
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| La carne di porcellana che ti avvolge rimane
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| Erano sia la mia pergamena che la mia musa
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| Ora mano incarnata ho scritto queste righe
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| Come meglio io riuscivo bene
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| Ho crudemente ritagliato questi disegni
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| Che parole valgono in danni ai tessuti...
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| Intaglio in cremisi con bisturi e raspa
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| Scolpire la tua carne nel tuo epitaffio
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| Il tuo cadavere racconta la sua storia con sangue, pus e grume
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| Svelare i segreti che dovresti portare nella tua tomba
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| Un epitaffio carnale forse è meglio che non venga ascoltato
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| È giunto il momento di tritare più delle parole
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| Le parole d'addio spesso non tagliano così in profondità
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| Inciso sulla tua schiena, i segreti che conserveremo... |