Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Scirocco, artista - Murubutu
Data di rilascio: 13.10.2016
Linguaggio delle canzoni: Italiano
Scirocco |
E guardandolo dal parco in Via del Cardo |
E là il sole era un araldo, il cantico del caldo |
E il cielo là colava stanco sulle auto |
Su ogni sguardo il suo marchio pallido |
E tutto là era grigio e bianco |
Uffici e traffico, ogni parco era un camposanto |
E ogni palazzo una caserma, una casella |
Un pachiderma esausto in calce e amianto |
Fuggirò via da questo porto franco, posto infausto |
Appronta l’occhio all’impatto |
Periferia di fiumi e scarti |
Scie di lumi a scatti |
Vie di lupi al pascolo e allo sbando |
E questo spazio schiaccia i sogni in due minuti |
Uno sull’altro come sul nastro (come sul marmo) |
Polverizzandoli in un lancio verso l’alto |
Come in un lampo |
E coriandoli nell’animo |
E un vento gli scaldava i pensieri della mattina |
E là Paolo guardava il mondo seduto su una panchina in ghisa |
«Riuscirò mai a fuggire da 'sta linea? |
I contorni della mia vita sui bordi di 'sta provincia grigia |
O starò qui come il muschio di stazione? |
Con la gioia che si squaglia dopo ore dietro il bancone |
O con la noia che s’incaglia negli occhi delle persone |
Poi ne esce fuori al buio nel fumo delle stagnole |
Solo il vento di Scirocco mi dà una speranza |
Lui che passa e riscalda ogni landa sfiorandola |
L’unico capace di scappare oltre 'ste strade |
Che anche quando resta in loco dopo poco riesce a andarsene |
Lui che spira e danza, vira e s’alza |
Accorda gocce di piogge con linee d’aria |
Che attraversa il tempo e il mare, il temporale e le montagne |
Poi si ferma a amoreggiare con le vele nelle darsene» |
E Paolo guardava i pressi, i confini farsi più stretti |
E gli amici farsi più spettri e i profili dei tetti in eternit |
«Che cosa aspetti? |
lascia in fretta effetti e affetti» |
Via i lucchetti alla Benelli a due tempi senza gli specchi |
Quando avviò la moto là era un giorno buono |
Chi vedendolo per strada chiese: «Paolo dove vai?» |
«Seguirò il vento e non ho scopo e non ho luogo |
Ma ho una mappa dettagliata per riuscire a non tornare mai» |
E via da qui, via da qui, via da qui |
Viaggio sulle strade d’aria |
Andando verso utopia |
Via da qui, via da qui, via da qui |
Ma dimmi dove, eeh! |
E via da qui, via da qui, via da qui |
Viaggio sulle strade in alto |
Verso rotte ignote, man |
E via da qui, via da qui, via da qui |
Ma dimmi dove, see! |
Questo mondo, sregolato |
Ha un volto, screpolato |
Bestie, nei carceri che pregano in apnea |
Feste in quest’arcipelago, sgretolato |
Che il vuoto intorno lo crea per dopo sentirsi Pangea |
Paolo sentirà lamenti provenienti da |
Continenti sommersi che cantano i versi di quell’epopea |
Ora che sta su un prato salato che conterà |
Rose dei venti crescere tra l’alta e la bassa marea |
Il crepuscolo che fu svegliato fu platea |
Di un pubblico che poi si presentò come un cielo stellato |
Un velo, Paolo irrigidì ogni muscolo ed accelerò |
Passando dall’asfalto rovinato allo sterrato |
Nero, come un buco dentro al buio mentre agli angoli |
Nei boschi si udivano i vecchi proverbi degli alberi |
I mostri non li hai mai distrutti tutti copiandoli |
Le armi che hai comprato ora le butti, coriandoli |
Il pubblico di stelle applaudendo lasciò il teatro |
L’aurora che iniziò ad auto-ritrarsi di sfumato |
E Paolo all’ultimo rintocco chiese a quell’aurora che albeggiava |
Un ultimo ritocco al quadro |
La moto fu trovata ma non era danneggiata |
Era un accrocco al centro di una strada senza carreggiata |
La città amareggiata, l’atmosfera mortuaria tra le ombre |
La provincia grigia pianse: non conobbe strade d’aria |
Capito? |
Ciò che Paolo disse a quell’aurora |
Che come pittrice gli sembrò disinibito, sciocco! |
«Dipingimi anche trasparente come una parola |
Ma dipingimi per sempre come il vento di Scirocco |
No, non è un concetto importante che poi non torno |
Non sarò né semestrale né facile da ammaestrare |
Ed andando a braccetto con il Levante e col Mezzogiorno |
Che voglio strappare il mare e lanciarlo contro il Maestrale |
Io voglio soffiare, gonfiare, annaffiare ogni candela |
Rubare foglie di fuoco lasciando un tronco di cera |
Io quella sera rubai solo per te |
La rosa più ventosa dal prato salato dei rosai» |
L’aurora staccando un petalo a sud-est |
E usandolo come pennello dipinse la storia ai grandi marinai |
Ora si racconta che c'è un vento che porta |
Una mappa con la rotta giusta |
Per riuscire a non tornare mai |
E via da qui, via da qui, via da qui |
Viaggio sulle strade d’aria |
Andando verso utopia |
Via da qui, via da qui, via da qui |
Ma dimmi dove, eeh! |
E via da qui, via da qui, via da qui |
Viaggio sulle strade in alto |
Verso rotte ignote, man |
E via da qui, via da qui, via da qui |
Ma dimmi dove, see! |