| Bene, come stiamo con te, amico mio,
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| Adesso togliti l'abitudine di vagabondare,
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| Abituati al cibo fatto in casa
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| Smetti di essere stupido?
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| Quali sono i nostri nomi familiari?
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| Dopotutto, le cose sono fino alla gola e gli anni passano di corsa.
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| E per cosa, non ci conosciamo,
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| Attraversiamo la vita con gli zaini.
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| Coro: Non abbiamo riposo. |
| Noi il rumore dei treni
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| Suggerisci storie per sogni futuri.
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| Negli anni, questi percorsi crescono dentro di noi
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| E ci benedicono per andare oltre.
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| Non per i funghi, non per la campagna,
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| Non in macchina e non al mare.
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| Portiamo con noi una sorella-fortuna,
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| E non importa per le categorie,
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| Cosa condividono tutti i percorsi
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| A chilometri e minuti.
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| Noi, uscendo dalla comodità,
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| Ridendo, a quanto pare, il diavolo sedusse.
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| Coro.
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| Ciao parenti, non andiamo vicini,
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| Ma c'è esperienza, e noi crediamo alla parola.
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| Non festeggeremo in una casa pulita,
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| Misuriamo l'amicizia lungo un percorso pericoloso.
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| Senza aspettare il pentimento
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| Prendiamo in considerazione le distanze,
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| Sentieri, radure e dune,
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| E il giorno in cui c'era un cupo amico.
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| Coro: Non abbiamo riposo. |
| Noi il rumore dei treni
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| Suggerisci storie per sogni futuri.
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| Vagabondi della terra, sei corde a portata di mano,
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| E non è la prima volta che torniamo a casa.
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| E non capisco come possa
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| Tutta la mia vita per fare cenno alla strada,
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| Ma qualcosa sta perforando, qualcosa sta rosicchiando,
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| E uscirò di nuovo dalla soglia.
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| In montagna siamo tutti un po' poeti,
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| E sagome nella foschia blu
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| Disegneremo una mappa della vita,
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| E, quindi, non rischiamo invano! |