Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone IV, artista - Aborym. Canzone dell'album Psychogrotesque, nel genere Индастриал
Data di rilascio: 10.11.2012
Etichetta discografica: Season of Mist
Linguaggio delle canzoni: Italiano
IV |
Sono sporco. |
I pidocchi mi rodono. |
I porci, quando mi guardano vomitano. |
Le croste delle labbra hanno squamato la mia pelle, |
coperta di un pus giallastro. |
Non conosco l’acqua dei fiumi ne la rugiada delle nubi. |
I miei piedi hanno messo radici nel suolo e compongono, fino al ventre, |
una sorta di vegetazione viva, |
piena di ignobili parassiti |
che non e piu carne e non deriva ancora dalla pianta. |
Eppure il mio cuore batte. |
Ma come potrebbe battere se la putredine e le esalazioni |
del mio cadavere non lo nutrissero in abbondanza? |
Sotto l’ascella sinistra si e stabilita una famiglia di rospi |
e quando uno di essi si muove mi fa il solletico |
state attenti che non ne scappi uno e non venga |
a grattarvi con la bocca l’interno dell’orecchio: |
poi, sarebbe capace di entrarvi nel cervello |
Sotto l’ascella destra c’e un camaleonte che da loro una caccia perpetua |
per non morire di fame: |
ognuno deve vivere |
Ma quando un partito sventa completamente le astuzie dell’altro |
non trovano di meglio da fare che lasciarsi in pace a vicenda |
e succhiano il grasso delicato che mi ricopre le costole: |
ci sono abituato |
Una vipera malvagia ha divorato la mia verga e ne ha preso il posto |
Due piccoli istrici, che non crescono piu, hanno gettato a un cane, |
che non ha rifiutato l’interno dei miei testicoli: |
e si sono sistemati all’interno dell’epidermide, lavata con cura… |
L’ano e stato intercettato da un granchio; |
incoraggiato dalla mia inerzia, |
con le sue chele fa la guardia all’ingresso, e mi fa molto male! |
Non parlate della mia colonna vertebrale, perche e una spada |
Desiderate sapere, non e vero, come mai sia piantata |
verticalmente nelle mie reni? |
Neppure io lo ricordo molto chiaramente. |
Tuttavia, se mi decido a considerare un ricordo cio che forse |
non e altro che un sogno |
sappiate che l’uomo, quando ha saputo che avevo |
fatto voto di vivere con la malattia |
finche non avessi vinto il Creatore, cammino, dietro di me, |
in punta di piedi, |
ma non cosi piano da non essere udito |
Non percepii piu niente, per un istante che non fu lungo. |
Questo pugnale acuminato penetro fino all’impugnatura tra |
le due spalle del toro delle feste |
e la sua ossatura fremette come un terremoto. |
La lama aderisce con tale forza al corpo che nessuno finora |
e riuscito ad estrarla: |
gli atleti, i meccanici, i filosofi, i medici… |
hanno tentato, volta a volta, i mezzi piu diversi |
Non sapevano che il male che l’uomo ha fatto non puo essere disfatto |
Viandante, quando mi passerai accanto, non rivolgermi, |
te ne supplico la minima parola di consolazione: |
indeboliresti il mio coraggio |
Lascia che io riscaldi la mia tenacia alla fiamma del martirio volontario… |
vattene |
Posso ancora fare un' escursione fino alle muraglie del cielo |
alla testa di una legione di assassini |
e tornare ad assumere quest’atteggiamento per meditare, di nuovo |
sui nobili progetti della vendetta |