| seduto a casa in frigo pizza all'aragosta
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| l'inverno a meno 30 a Mosca è una tradizione
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| sera al tepore di un chilogrammo di coni dei primi ancora di più
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| gli altoparlanti eseguono il ficcanaso in TV scopando senza audio
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| la figa la chiama 15 a rischio la sorella di qualcuno o l'amica di un amico
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| in breve, non ricordo dove ricordo quella cazzo di voce
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| è un po' triste fuori dalla finestra, la bufera di neve vuole far visita, incasinata, annoiata
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| è venuto bello soffio le ha dato la testa
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| deglutisce bene senza rovesciare soffiato
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| annusare la mia prima cagna non pagata non vuole
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| dice salva il naso a scuola domani dal cocco ha la diarrea,
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| ma non protegge l'asino ha versato il suo capitale
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| metti il preservativo vestito dal cancro
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| versò una fottuta coca cola nella sua figa e spinse la sua radice
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| ha scopato il suo 15 cazzo dolcemente nel suo stretto
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| sta correndo un vero sovraccarico
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| urla, fottimi nel culo, l'ho appena guardata negli occhi
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| Soffiò il preservativo imbrattato di coca e le mise il joystick nella coda
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| il flagello ululava come un allarme tutt'intorno ai vicini una palese provocazione
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| Ho dovuto chiudere la bocca con un Sox logoro
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| un buon bavaglio non interferisce con il sesso
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| poliziotti della porta che cadono testimoni sporchi
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| da sotto il letto ricevo un'ecografia e un Kalash
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| con due mani, senza togliere il cazzo dal culo degli ospiti, lo metto e finisco
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| a caccia di tè e devi uscire dalla capanna per anticipare le virate della polizia
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| Prendo il mio e mi siedo in un taxi lave che le piace, e io stesso mi dissolvo
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| Il cazzo di oggi è stato il giorno in cui cerco di trascorrere del tempo interessante
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| i ragazzi dicono che è pigro obiettare, ma non mi preoccupo,
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| Non mi interessa particolarmente. |