| Ho sangue misto: un po' colono, un po' colonizzato
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| Una piccola colomba scura o un corvo sbiadito
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| Medina è misto: algerino-francese
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| Doppia identità: sono uno schizofrenico dell'umanità
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| Vecchi nemici convivono nel mio codice genetico
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| Solo io incarno una storia senza crediti
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| Purtroppo i dolori sono retroattivi
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| Quando la mia parte francese si esprime nel microfono della vita
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| Pensavi che le nostre orecchie fossero in attesa?
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| E che i nostri occhi hanno visto la storia attraverso l'occhio degli Aussaresses?
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| Pensavi che la morte fosse solo moresca?
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| Che si commemorasse l'unico destino degli arabi?
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| Non volevamo una separazione per crisi
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| Per poter scegliere solo tra una bara o una valigia
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| Non volevamo nemmeno un'Algeria francese
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| Né di una Francia che affoga i suoi indigeni nel fiume della Senna
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| Eppure mi ricordo! |
| Dall'FLN, solo con panico e odio
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| Garante di una giusta causa con metodi manichei
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| Taglia il naso a coloro che rifiutavano le trincee
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| Abbassato perché la neutralità ti rende un estraneo
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| Non tutti i francesi erano uomini di macchina
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| Praticanti della morte, vendetta dell'Indocina
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| Abbiamo augurato agli algerini quello che volevamo dieci anni fa
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| Per noi stessi, la liberazione di una dignità umana
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| Non eravamo tutti Jean Moulins ma ben lontani dall'essere jenfoutisti
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| Vicino a Jean-Paul Sartre e alle persone dure a morire
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| A volte comunista, traditore perché porta una valigia
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| A volte semplice simpatizzante della causa separatista
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| Mi rifiuto di essere associato a generali degenerati
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| I miei nonni non saranno mai responsabili del male generato
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| È difficile digerire che la storia stia vomitando
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| Che su entrambe le sponde del Mediterraneo tutto è esacerbato
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| Algeri muore, Algeri vive
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| Algeri sta dormendo, Algeri sta gridando
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| Algeri teme, Algeri prega
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| Algeri piange, Algeria
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| Ho sangue misto: un po' colono, un po' colonizzato
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| Una piccola colomba scura o un corvo sbiadito
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| Medina è misto: algerino-francese
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| Doppia identità: sono uno schizofrenico dell'umanità
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| Vecchi nemici convivono nel mio codice genetico
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| Solo io incarno una storia senza crediti
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| Purtroppo i dolori sono retroattivi
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| Quando la mia parte algerina si esprime nel microfono della vita
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| Pensavi che ci saremmo dimenticati della tortura?
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| Che la vera natura dell'invasione fosse l'idrocarburo?
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| Pensavano davvero che l'olio fosse nei nostri addomi?
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| Per arare i nostri corpi come ariamo un vasto campo
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| Non posso dimenticare il codice per nativo
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| Non riesce a nascondere il suo imbarazzo, consapevole del gene
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| Fulmina gli uomini per sei o sette ore
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| Corpi nudi su un letto di ferro collegato alla rete elettrica
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| Non dimentichiamo i djellaba di sangue immacolato
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| Dignità maschile spogliata di un uomo evirato
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| Lavori di falegnameria, scavare la fossa prima di trovare lavoro lì
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| Non dimentichiamo i mutilati in più di trenta posti
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| Gli acquazzoni, il tormento della goccia
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| I segni degli stivali sull'onore dei djounoud
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| Non dimentichiamo i morsi del gruppo canino
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| E i sessi non circoncisi nel ventre delle nostre figlie
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| Le leggi non sono omesse dalla legge di omerta
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| La mano di metallo nazionale schiaccia le leggi maomettane
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| E i centri di raccolta per i musulmani
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| Campi di concentramento alla fine del Secondo Mondo
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| Non dimentichiamo i nostri nemici
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| Le fabbriche della morte, Villa Sesini
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| Spalla drappeggiata, verde che domina il mio streamer
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| La mia parola a memoria d'uomo: i carnefici non avranno mai il ruolo giusto
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| E colpisce, è agitato nella mia testa a tutte le ore
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| Appena 2 orecchie appoggiate sul cuscino
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| Che la lotta abbia inizio e sono due gladiatori
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| Che si tagliano fuori per vedere chi sarà il primo
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| Entrambi valorosi in una lotta all'ultimo sangue
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| Reclamami come se fossi in due / di loro
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| Tutti mi dicono di scegliere non è vero che dormo
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| Ogni notte un incubo mi spacca la testa
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| Domina un mio padrone, che non dà tregua
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| Lesse Aristotele, e nello sfogo
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| Grida a chiunque voglia sentire che è l'erede
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| Si illumina e fa finta che non ci sia altro modo/voce
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| Ho anche uno schiavo che non è mai guarito
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| Che fatica a leggere e implora che la parola "Fine" arrivi
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| Stomaco vuoto ai libri, preferisco un sacchetto di riso
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| La colomba è un avvoltoio quando ha troppa fame
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| Così come un cavallo, furioso, che corre selvaggio
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| Come la madre a cui ha preso il figlio il proiettile
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| Prendo il volo e mi lancio nel vuoto
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| Senza perdono alla fine del sacrificio |