| Perso all'ombra delle mappe di Magellano
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| Il mese di marzo non è arrivato nella nostra vana città.
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| Non me ne fregava niente del calendario che correva in avanti.
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| Dimenticando che un ribelle è ancora un ribelle.
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| Senza pensare a chi correva dietro al sole.
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| E di coloro che hanno conservato per lui le canzoni dell'anima.
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| Non sentire il colpo, non sentire l'eccitazione
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| Il mese di marzo non è arrivato.
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| Qualcuno sta aspettando più a lungo della scadenza e qualcuno ha fretta.
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| Falcia i più piccoli. |
| Falcia grande.
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| Non lesinare sui fondi, non risparmiare la tua opinione
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| Chiude gli occhi, lasciando solo uno sguardo.
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| Quando la carta della città ha rallentato la corsa
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| Ieri stavo rastrellando neve morta sotto la finestra.
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| E il terreno ghiacciato, come una scavatrice d'acqua
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| Ho scavato ieri.
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| Ho scavato ieri.
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| Sepolto.
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| Nella terra di un amico.
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| Abbiamo vissuto insieme per undici anni.
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| Era sempre lì, ma ora non c'è più.
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| Ci sono posti liberi per una tale tomba.
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| Non c'è candela o croce su una tale tomba.
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| Non noterà la perdita, svegliandomi dal sonno,
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| Questa città.
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| Ma la primavera non arriva.
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| E in un appartamento dove la vita scorreva in modo così irregolare
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| C'era meno calore.
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| Ho scavato ieri.
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| Sepolto.
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| Nella terra di un amico.
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| Questa bara gli servì da culla.
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| E si è messo il muso sulle zampe.
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| Naso rosso, con una macchia dolorosamente familiare.
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| Sentiero inesplorato di sogni inesplorati.
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| Incomprensibile distanza di incomprensibili notti.
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| Il suono inascoltato di discorsi non letti.
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| E ogni tomba è buia e angusta.
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| E la primavera non arriva.
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| Ho scavato ieri.
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| Sepolto. |