Sto saltando giù per il sudore, ho una terribile voglia di acqua
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Non vedo via d'uscita, ma è solo metà del problema
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I frutti delle mie fatiche sono spinti nudi in un vicolo cieco
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Nello specchio apparve una faccia o un tipo pallido.
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Settimane di luppolo, risparmiando flanella
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Non voglio pensare a cosa c'è dall'altra parte dei postumi di una sbornia
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Dimenticato da tutti, ben inchiodato al taccuino
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E nel senso dell'infeltrimento, punti infeltriti incompiuti
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I giullari bramano i bar, le donne niente.
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Non ho bisogno di questo stadio, come l'incenso
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Né la doratura della cupola, né il suono delle campane
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Non in tono, sembra qualcosa, in qualche modo non va tutto bene.
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A cosa mi serve questa quota perché, dopotutto, Gomorra è dietro il recinto?
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Alcuni uffici
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società "Holy Motors"
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Una consolazione, non c'è umiltà che tutto sia come dovrebbe
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Ma ecco il fastidio, questa infilata è infinita...
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Ehi, volte. |
Sì, ancora una volta. |
Sì, molte, molte altre volte.
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Dalla montagna attraverso il campo lungo la scogliera, abrasioni, ascessi
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Umido nel cuore, come riempire i buchi?
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Mi affretto all'appartamento, tiro di nuovo le tende.
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A volte è meglio rifare tutto da capo, lungo il corridoio...
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Cerco la santità in giro, per scherzo
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Ho battuto le celle del taccuino con un uccellino, ho già la febbre
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Vorrei trovare un falò prima che faccia buio
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Ma lungo la strada, donne con yaga, ceppi e asce.
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Signore, per quanto tempo hai deciso di battere?
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Fammi riprendere fiato e ascoltare l'immagine dal fango
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Riscriverò, lo prometto. |
potrò andare
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Nel mio vicolo pulito, pensieri senza giri.
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Tra gli ipocriti senza il concetto di misura
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Credendo ancora nel mondo, colorato, non grigio
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Prima di andare a letto in un mare di stelle lancerò un paio di frasi
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La mattina è più saggia, oh almeno questa volta... |