| Squillo di sveglia, caffè granulato
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| Ci è stato detto che l'amore salverà questo mondo
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| Ce ne cantiamo ogni giorno dagli schermi televisivi
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| E rovistare affettuosamente nelle nostre tasche
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| La città si snoda, hanno percorsi segreti
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| Direttamente alla dose mattutina di mesantropia del cervello
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| Non c'è futuro, non c'è felicità, anche la rabbia finirà
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| Solitudine infinita
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| La leggerezza dell'essere preme sull'occhio, quindi voglio coprire la città con il napalm,
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| come le giungle del Vietnam,
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| prima ancora, chiamando Katya, Anton, mamma,
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| di non uscire di casa l'ultima mattina
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| e non ha aperto la porta alle persone nemmeno ai conoscenti
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| l'apocalisse ha conosciuto tutti coloro che stavano aspettando
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| trasmissione in diretta, sì, da non perdere
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| finale luminoso, memorabile, spettacolare
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| andrà tutto bene, qualunque cosa accada
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| da domani o da lunedì
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| un miracolo accadrà sicuramente nel nuovo anno
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| o il prossimo compleanno
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| parlane ad alta voce o taci
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| carneficina come tra una passeggiata o una corsa
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| carrozza ristorante, posto riservato o scompartimento
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| dal punto A si arriva al punto B
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| questo è il tempo dei demoni, tutti i segni convergono
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| come le pupille se colpisci il ponte del naso
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| zanne e artigli in crescita ogni venerdì sera
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| quelli nati per volare perdono le loro forme umane
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| stare sul bordo mentre si muove contemporaneamente in cerchio
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| una tempesta nel tessuto, una bufera di neve nelle narici
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| essere fuori città da qualche parte in una notte gelida
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| ricorda i tuoi sogni, guardando le stelle
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| nel silenzio risuona il grido "dammi una possibilità in più".
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| in risposta, cane che abbaia e il comando "fas"
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| la sera, per abitudine al mercato, mi confondevo
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| comprato popcorn, si è seduto vicino alla finestra e
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| aspettando che tutto finisca
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| solitudine infinita |