| Lì, se ti siedi a pancia in giù, non puoi tirarlo fuori con quattro
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| Bombila governa lentamente i cantieri con le stuoie
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| Da queste porte svolazzai nel mondo per la prima volta
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| Il mio spazioporto, deposito di appartamenti non residenziali
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| Ricordarsi di spegnere la candela con le dita asciutte
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| Non voglio e rimarrò, passerò la notte
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| Esaminerò tutto ciò che ho visto di notte nella finestra
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| Cucine aliene, luce in un velo stagnante
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| In questo momento la città mi è davvero cara
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| Costellazione di luci e bruciatori blu-verdi
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| Le persone non riescono a dormire, come uccelli congelati,
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| Ma il gas non scalda, solo lo smalto è affumicato
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| E tutti sembrano capire che qualcosa non va
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| Solo la periferia nativa non lascerà andare
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| Il numero di disastri nascosti, come indicatore di forza
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| Da dove viene questa mescolanza di terpila nella mentalità?
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| Coro:
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| Quartiere come un vecchio libro di testo
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| Passando attraverso le sue dita nel sangue
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| Tirato fuori tutto ciò che stava guarendo
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| Sono rimasti solo i disegni sulle bucce
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| I nostri volti sono tra le rovine delle scuole,
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| E distolgo lo sguardo con senso di colpa
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| E a loro non importa dove sono andato
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| Si preoccupano che io sia andato da qualche parte
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| Oggi non c'è stato un grido che irrompe dalla finestra dalle strade
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| Sì, e chi si presenterà?  | 
| Soffiavano solo venti zelanti
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| Ci sono quattro lanterne per otto antichi cortili
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| Al tramonto, scricchiolando di ferro, parlano da soli
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| Come l'autunno ci ha portato la morte sulla prima foglia
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| Undici anni fa, come il piccolo mondo fosse vuoto
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| Vero come continuano le porte arrugginite dimenticate
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| E come ci siamo allontanati da qui più velocemente, verso l'altra sponda
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| L'area è coperta di neve, piogge selvagge lavate
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| I sogni infranti aspettano i loro proprietari sotto le lastre
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| Windows incontra con impazienza ogni estraneo
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| E tutti qui credono che colui che è stato rilasciato tornerà
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| La neve grigia si abbassa da qualche parte all'inizio di marzo
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| Calpestato il fango da una capanna a un banco dei pegni
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| Solo la sera in lontananza, i fari sfarfallano
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| Il segno qui è un vicolo cieco.  | 
| Qui tutto è vecchio
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| Coro:
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| Quartiere come un vecchio libro di testo
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| Passando attraverso le sue dita nel sangue
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| Tirato fuori tutto ciò che stava guarendo
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| Sono rimasti solo i disegni sulle bucce
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| I nostri volti sono tra le rovine delle scuole,
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| E distolgo lo sguardo con senso di colpa
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| E a loro non importa dove sono andato
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| Si preoccupano che io sia andato da qualche parte |