| Dalle cambuse ai galà
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| A Parigi, in provincia
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| Palcoscenico d'opera
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| Nello spettacolo di strada
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| Contratti favolosi
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| In più che francobolli sottili
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| Per noi comunque
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| Il sogno continua
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| Questo lavoro è il peggiore ed è il migliore
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| Non importa quanto ci difendiamo, ci tiene e ci perseguita
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| Che tu sia un attore, ballerino o cantante
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| Questo lavoro, fa male come ti fa sognare
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| E da "tempo di ciliegie" a "essere o non essere"
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| Che tu sia un principiante o già un maestro
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| Fatturazione superiore o appena menzionata
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| È la nostra patria e il nostro campo d'onore
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| Del vecchio conservatorio o figlio del pallone
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| Il nostro unico orizzonte è in fondo a una stanza
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| Il nostro sole non è mai che un riflettore
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| Questa professione, che tiene svegli tutti i nostri sensi
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| Insuccesso clamoroso sulla strada trionfante
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| Che ci gonfia con orgoglio, o ci distrugge con il dubbio
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| Questo mestiere è l'unico giardino delle nostre meraviglie
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| Notti di depressione
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| Dopo le critiche
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| Giusto o sbagliato
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| ci trascina nel fango
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| Momenti di emozione
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| In momento di panico
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| Entriamo nella religione
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| In un momento in cui tutto questo sta giocando
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| Questa professione di morire di fame a piedi nudi
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| Che sia sullo schermo, sul palco o in pista
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| Devi essere un po' utopico per provarlo
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| Perché ci sono pochi scelti per molti chiamati
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| Questo lavoro che a volte può abolirci
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| Comandante di Parigi, o Sir in Inghilterra
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| I Sette d'Oro, i Cesari, i Trionfi o Molières
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| È sempre il pubblico in fondo che concede loro
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| Orgoglioso sotto gli scherni, umile sotto gli applausi
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| Falsamente protetto dalla parola di Cambronne
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| Commovente, esilarante, in forma o senza voce
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| Ma lacerato dalla paura del palcoscenico quando si alza il sipario
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| Questo lavoro non è facile da affrontare.
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| Costruito sul successo, rende tutto vulnerabile
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| Ma sebbene senza memoria, e sebbene spietato
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| Rimane la più bella perché è il nostro lavoro
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| Rimane la più bella, perché è il nostro lavoro |