| Sopra il giardino innevato una lanterna solitaria,
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| E come un livido fresco, la luna brucia il mio cuore.
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| A questa mezzanotte dolorosa, il percorso non è ordinato per me
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| Al cimitero di Vagankovo, dove si sdraiò per riposare.
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| Andrò, ascoltando il grido di altri paesi inquisitori,
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| Oltre i corpi divaricati, oltre le rastrelliere e le tonache.
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| Per molto tempo la sega di quelle impalcature suonerà...
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| Andrò, insensibile, dalla grandezza del male.
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| Distinguo pistole da duello nell'oscurità,
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| Due poeti fucilati e non in suolo pontificio.
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| Gli ufficiali della giovane età sono conosciuti come assassini.
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| Ah, Volodya, Volodenka, di chi dobbiamo incolpare?
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| E in uno sguardo sparso vicino al cappio stretto
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| Yesenin mostra improvvisamente un dolore rubicondo.
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| Bocche aperte oscenamente, vedo signori ubriachi
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| Sulla tovaglia vomitata delle odi di Velemir.
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| Vedo le capanne Tarusa, la neve di Komarov,
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| Due grandi, russi, due amici degli dei.
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| La casa di Andreevsky Spusk, dov'è il consiglio, chi ci ha vissuto?
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| Ma speriamo ancora, incontrando coltelli nel petto.
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| Le visioni fluttuano e io voglio urlare:
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| "Non siamo nati cattivi, quindi per quanto tempo dobbiamo mentire?"
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| Sono in piedi davanti alla "Banka", ho finito il mio viaggio,
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| Sono venuto a Vagankovo, dove si è sdraiato a riposare. |