| Miei leningradori, non siete miei figli, no,
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| Non sono Dzhambul, dove sto fino al vecchio, per Dio.
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| Siete miei fratelli e sorelle e i vostri occhi sono la luce
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| Illumina questa strada spinosa nella vita.
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| Miei leningradori, voi e l'orgoglio e il dolore,
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| L'umanità è una briciola e il centro dell'universo.
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| Sono nella capitale del paese e in qualsiasi villaggio
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| Mi inginocchio davanti al tuo stendardo.
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| Coro:
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| Due candele a tavola sono luci, come fari di colonne rostrali.
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| Quanti inverni, quanti anni, io, incontrando l'alba,
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| Mi ricordo di voi, miei cari connazionali.
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| Sei entrata con orgoglio nel mio cuore, come navi in parata nella Neva.
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| Con te una fede e non c'è bisogno di un'altra,
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| Sogniamo una città solitaria lontana dalla nostra terra natale.
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| Chiedo al destino di non rifiutarmi
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| Da viali rettilinei e da una statua orgogliosa.
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| E lascia che il mio cuore morda per sempre il serpente,
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| Su cui il cavallo riposa saldamente.
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| Parliamo di ore su Hare Island
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| A mezzogiorno, con un colpo rimbombante, ti ricorderà una pistola.
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| E lascia che la barca nel cielo a vele spiegate
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| Correre sempre dalle persone che lo aspettano.
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| Coro:
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| Due candele a tavola sono luci, come fari di colonne rostrali.
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| Quanti inverni, quanti anni, io, incontrando l'alba,
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| Mi ricordo di voi, miei cari connazionali.
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| Sei entrata con orgoglio nel mio cuore, come navi in parata nella Neva.
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| Con te una fede e non c'è bisogno di un'altra,
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| Sogniamo una città solitaria lontana dalla nostra terra natale.
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| Miei leningradori, non siete miei figli, no,
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| Ci è stato dato un padre e non abbiamo bisogno di un altro.
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| Possa volare per sempre su un cavallo caldo,
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| Fino alla fine del secolo siamo i figli di Petrova.
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| Fino alla fine del secolo siamo i figli di Petrova. |