| Ieri ho fumato più del solito
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| Ho guardato il parco giochi dall'alto, tutto è in qualche modo insolito
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| Il mio microcosmo si è confuso come macramè, per un attimo la mia città natale si è trasformata in fumo e fumo da solo.
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| Là, sotto i tuoi piedi, o fiumi con argini, un dottore con i fumi o un fornaio trita la neve con i suoi piedi
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| Cercando di sfamare la sua famiglia, cucina una torta, non ne sono sicuro al cento per cento, perché è solo che la mia vista non è la stessa.
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| E mentre il tempo si ferma a fissarlo, la mia brace accarezza l'occhio attraverso l'ottica di un cecchino
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| Mi brucia le dita. |
| E chi è facile adesso? |
| Chi è facile? |
| Probabilmente quelli che si sono arresi con tanta impazienza
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| Da questo balcone ho guardato in basso in modi diversi. |
| Mi sono visto nel cielo o imbrattato per terra
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| E i cui occhi si bagnano prima in un fazzoletto lilla, dipende in misura maggiore, di regola, dal punto di vista
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| E ora la linea degli occhi sembra un po' più bassa di quanto dovrebbe. |
| Ci sarà una possibilità, forse il nostro corpo cadrà un po' prima
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| Buttalo via. |
| Come un pensiero. |
| Come spazzatura. |
| Come questo? |
| Che triste. |
| Capitano, sembra che stiamo cadendo.
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| Non li avevo sentiti parlare prima.
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| Ho deciso di sdraiarmi ubriaco, la mattina ha tolto il dolore attraverso la matrice della fotocamera
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| Ancora una volta dimenticando l'intera serie di eventi
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| Proverò a ripristinarli per dimenticarli di nuovo.
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| Tornando a casa dal viaggio, sfilacciato fino al midollo con uno degli ospiti del bar
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| Ero sulle sopracciglia e mi stavo appena svegliando in taxi, dopo essere riuscito a strisciare verso casa e aver capito. |
| Pochi!
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| Sentendo ogni pezzo del muro, ciao, ora mia madre mi vedrebbe
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| Sono stato in grado di sorseggiare le scorte di alcol a causa dei seni nasali usati per prendere e bere in un pungiglione.
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| E giunta al letto alle tre, per non disturbare chi già vede dentro il quinto sogno,
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| Chiuse gli occhi e pensò di addormentarsi. |
| Mi sono ricordato della mia giovinezza, ho pensato alla stupidità, poi ho pensato a una rima per caprifoglio.
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| Sebbene i coltelli taglino un po' la vita in brandelli, conti sull'affetto, se solo fossi trattato gentilmente con le finanze
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| Torniamo all'inizio della storia. |
| Sì, sono appena entrati nella mia testa e hanno iniziato a litigare
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| Sui temi dell'idrolisi plastica, la teoria del comune raffreddore, il lavoro a maglia e qualcos'altro di strano
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| Nonostante li guidassi, cercavo di distrarmi, le voci si facevano più forti e le tesi erano più dure, e io
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| Ho ascoltato come un matto.
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| Nonostante la mia pace irrequieta, questo ululato continuava a perseguitarmi la mente.
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| Poi, uno per uno, hanno condotto dialoghi o all'improvviso la folla ha iniziato a urlare subito
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| Non sono riuscito a scacciarli, anche se ho cercato a lungo di mandarli con competenza per riconquistare la base
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| E così visse con loro la notte, per entrare nella fase migliore di quella vita entro il mattino.
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| È così che viviamo. |
| Io più quei due. |
| un po' più calmo. |
| Ascolto i discorsi, poi insieme lanceremo sul balcone ovviamente
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| Sotto lo scricchiolio dell'altalena stiamo zitti. |
| Guardiamo al sogno del quartiere, anche se non ci ispira pace. |
| Ci alziamo e fumiamo me e quei due
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| Dobbiamo incontrarci meno spesso, beh, almeno una volta ogni venti. |
| Quando la loro voce risuonò per la prima volta, pensai che avremmo potuto separarci e vivere separati
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| Ma da allora, l'autunno è cambiato in autunno e ci siamo preparati per la battaglia. |
| Nella mia testa, io e quei due |