| C'è stato un tempo in cui ho camminato a 38 nodi
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| E l'asta di piombo ha tagliato lo stelo,
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| Come gli eroi sono stati accolti dai miei marinai
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| Pietrogrado, Liepaja e Revel.
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| E ora ogni cavo in uno stridore di denti,
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| E scricchiola in me ogni miglio.
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| E c'è stato un tempo, ho camminato 38 nodi
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| E tutto scintillava dall'albero alla chiglia.
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| E tutti mi credettero: nemici e amici,
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| Da salag verde, a comandante in capo.
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| E tutti sapevano una cosa: non possono essere sconfitti,
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| Ringhiere non vedono una rottura.
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| E gli squadroni, vedendo in lontananza il mio stendardo,
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| Il calibro tuonato più importante.
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| E mi sono precipitato in avanti, lasciando la terra,
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| Allo zigomo sono selezionate entrambe le ancore.
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| Era tutto così. |
| Non ci aspettavamo premi.
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| E sotto la chiglia c'erano sette piedi.
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| Stavamo aspettando la sposa a casa e Kronstadt ci stava aspettando,
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| Come un velo, avvolto nella nebbia.
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| Era tutto così, solo il tempo non aspetta,
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| Ora sarebbe quello di dare il più completo!
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| Grido nelle macchine: "A tutta velocità!",
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| Sì, non tirano le viti, si incastrano tra le onde.
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| Non posso. |
| Sarò sul banco degli imputati, mi riposerò per il momento,
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| La flotta baltica non dovrebbe essere debole.
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| È meglio alzare la bandiera nel cielo e, aprendo le pietre del re,
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| Affonda la tua stanca nave.
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| Ma puoi esprimere tutto in poche parole,
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| Quando i gabbiani sognano nella scia,
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| Su una bussola nord-ovest, 38 nodi,
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| E tutto brilla dalla pistola al dado! |