| Non c'è punto d'appoggio qui in queste profondità fangose | 
| Dita artigliate che raschiano la carne dall'osso | 
| Risate frenetiche che gorgogliano dappertutto | 
| Voce tesa per le urla, secca e stridula | 
| Ad ogni respiro arriva un afflusso dei miei rifiuti | 
| Bestie sovrane, in cerchio, alla ricerca del loro banchetto | 
| Le loro bocche spumeggiavano, percependo il sangue nell'acqua sporca | 
| È il desiderio primordiale che prevale il disgusto | 
| Ma come sono arrivato qui? | 
| La prima di oh tante domande | 
| In ritardo sono le melodie degli angeli, intrappolate in questa palude | 
| Ma questo posto è familiare | 
| I luoghi, i suoni, il volto della bestia | 
| Specchi respiratori che mi riflettono, condivido i loro bisogni | 
| L'assenza di amore, l'abbondanza di sporcizia | 
| Lasciato a considerare la familiarità della mia disperazione | 
| Privata dell'innocenza, mi merito di questo posto | 
| Diritto, ho quello che ho scelto | 
| La vergine piangente, gli occhi anneriti che grondavano disprezzo | 
| Azioni e disgrazie, ho molte facce qui | 
| Le accigliate maschere della tragedia, molte facce qui | 
| Con un ultimo sguardo la mia testa scivola sotto il fango | 
| Raggiungo, ma non trovo ancora nulla | 
| Che posso afferrare per raggiungere di nuovo la superficie | 
| Oscurarsi nell'oscurità è il cuore che svanisce | 
| Sprofondo nelle profondità più oscure | 
| Alla fine cedo al tocco delle mani | 
| Abbracciare quello che dicono | 
| Mi sottometto all'incubo della palude | 
| Trovare conforto nella scelta di cadere nel respiro | 
| Profondità, profondità, profondità | 
| Non c'è punto d'appoggio qui in queste profondità fangose | 
| Dita artigliate che raschiano la carne dall'osso | 
| Risate frenetiche che gorgogliano dappertutto | 
| Voce tesa per le urla, secca e stridula |