Informazioni sulla canzone In questa pagina puoi trovare il testo della canzone Creatures Of The Mire, artista - Woe of Tyrants. Canzone dell'album Threnody, nel genere
Data di rilascio: 12.04.2010
Etichetta discografica: Metal Blade Records
Linguaggio delle canzoni: inglese
Creatures Of The Mire(originale) |
There is no foothold here in these miry depths |
Clawed fingers scraping flesh from bone |
Frantic laughter bubbling throughout |
Voice strained from screaming, parched and shrill |
With each breath comes an influx of my waste |
Beasts sovereign, circling, searching for their feast |
Their mouths foaming, sensing blood in the dirty water |
Its the primal craving which prevails disgust |
But how did I get here? |
The first of oh so many questions |
Delayed are the angels melodies, ensnared in this bog |
But this place is familiar |
The sites, the sounds, the face of the beast |
Breathing mirrors reflecting me, I share in their needs |
The absence of love, abundance of filth |
Left to consider the familiarity of my despair |
Deprived innocence, I am deserving of this place |
Entitlement, I have what I’ve chosen |
The virgin weeping, blackened eyes dripping contempt |
Actions and disgraces, I have many faces here |
The frowning masks of the tragedy, many faces here |
With one final glare my head slips under the mud |
I reach, still finding nothing |
Which I can grab to reach the surface again |
Dimming into dark is the heart that fades away |
I sink into the darkest deep |
Finally I give in to the hands touch |
Embracing what they say |
I submit to the nightmare of the mire |
Finding solace in the choice to fall into breathing |
Depths, depths, depths |
There is no foothold here in these miry depths |
Clawed fingers scraping flesh from bone |
Frantic laughter bubbling throughout |
Voice strained from screaming, parched and shrill |
(traduzione) |
Non c'è punto d'appoggio qui in queste profondità fangose |
Dita artigliate che raschiano la carne dall'osso |
Risate frenetiche che gorgogliano dappertutto |
Voce tesa per le urla, secca e stridula |
Ad ogni respiro arriva un afflusso dei miei rifiuti |
Bestie sovrane, in cerchio, alla ricerca del loro banchetto |
Le loro bocche spumeggiavano, percependo il sangue nell'acqua sporca |
È il desiderio primordiale che prevale il disgusto |
Ma come sono arrivato qui? |
La prima di oh tante domande |
In ritardo sono le melodie degli angeli, intrappolate in questa palude |
Ma questo posto è familiare |
I luoghi, i suoni, il volto della bestia |
Specchi respiratori che mi riflettono, condivido i loro bisogni |
L'assenza di amore, l'abbondanza di sporcizia |
Lasciato a considerare la familiarità della mia disperazione |
Privata dell'innocenza, mi merito di questo posto |
Diritto, ho quello che ho scelto |
La vergine piangente, gli occhi anneriti che grondavano disprezzo |
Azioni e disgrazie, ho molte facce qui |
Le accigliate maschere della tragedia, molte facce qui |
Con un ultimo sguardo la mia testa scivola sotto il fango |
Raggiungo, ma non trovo ancora nulla |
Che posso afferrare per raggiungere di nuovo la superficie |
Oscurarsi nell'oscurità è il cuore che svanisce |
Sprofondo nelle profondità più oscure |
Alla fine cedo al tocco delle mani |
Abbracciare quello che dicono |
Mi sottometto all'incubo della palude |
Trovare conforto nella scelta di cadere nel respiro |
Profondità, profondità, profondità |
Non c'è punto d'appoggio qui in queste profondità fangose |
Dita artigliate che raschiano la carne dall'osso |
Risate frenetiche che gorgogliano dappertutto |
Voce tesa per le urla, secca e stridula |