| Nel cortile del pozzo di San Pietroburgo
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| Si sentono i gemiti dell'organetto.
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| Giaccio in un crepuscolo paludoso
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| Sul suo ottomano scricchiolante.
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| E nella mia palude
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| Basta fare un passo
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| E non te ne andrai per sempre, non ti scollegherai.
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| Ma io non sono Yaga,
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| Non una strega con un bastone,
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| Sono un semplice vecchio usuraio.
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| Vieni da me - ci siederemo più tardi,
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| Sono una zia piuttosto socievole.
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| E i miei alloggi - ci sono due zeri sulla porta,
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| E c'è una tale linea di confine tra loro.
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| Prendo le tue cose in deposito,
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| Per avere dividendi dalle vostre anime.
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| Sono vecchio, ma per me, tuttavia,
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| A volte anche gli studenti ci vanno.
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| Ce n'era uno qui ieri
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| Tutti fissavano come una spia
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| Stava nascondendo qualcosa, vagabondo, sotto il braccio.
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| Bene, e io sono nella sua fronte:
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| "Non ho bisogno di un'ascia,"
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| Meglio correre, amico mio, per un libretto.
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| Io, per Dio, gliel'ho dato due volte:
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| Lascia che un'altra volta, striscia, non gonfiare!
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| E il mio appartamento ha due occhi sulla porta,
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| E nel mezzo c'è un latino Izhitsa.
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| Sono pratico, intelligente, obbligato,
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| Ma per la causa farò lo stupido.
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| E non è vano che gli scrittori studiano
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| La mia natura eternamente viva.
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| Sono venuto qui da solo
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| Con la testa fuori di testa,
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| Ha promesso di descrivere in un romanzo.
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| Ma non riuscirai a superarmi -
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| Sono una signora da anni -
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| Tutti gli scrittori, lo sappiamo, sono ingannatori.
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| Preferisco le bollette: hanno una linea diversa
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| Più forte di qualsiasi Faust lì.
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| E nel mio appartamento - due brevi telefonate
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| E c'è una lunga pausa tra loro.
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| Lascia fluire innumerevoli ricchezze
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| Nel mio petto, come in una ciotola senza fondo.
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| Sono più immortale di Kashchei l'Immortale -
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| Sono sopra il colore dorato, ma non sto appassindo.
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| Anche tagliarmi con un coltello
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| Almeno combatti con la satira,
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| Comunque, nulla cambierà.
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| Raccoglierò di nuovo
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| Raccolto delle vostre anime
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| E la ghironda li spazzerà via come un mulino a vento!
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| Venite a me, e stagionati, e afidi,
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| Porta tutti da me, diavolo calvo.
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| E i miei alloggi - ci sono due zeri sulla porta,
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| E tra loro c'è una linea obliqua. |