Tra le dimore sbrindellate della nuova casa trovata, nel più angusto
|
angolo sedeva il guscio di una testa di capra strangolata in un filo di rame, raschiato
|
interni, non lavati dietro le orecchie, alimentando i nomi storti pronunciati dalle sanguisughe
|
Al grasso di un ciuffo dimagrito il suo zoppicare paralizzato, trascinandosi lungo la gobba del
|
pavimento. |
Singhiozzando dalla bocca schioccante dei pozzi demagoghi, facendo
|
battute, che fuoriescono dagli angoli con i loro sussulti rosa, una seconda occhiata
|
ogni loro mossa
|
Mangiava la cartilagine del naso in salamoia che cadeva dai soffitti, una pioggerella di pelle di maiale
|
snervando gli umani, mentre leggeva ad alta voce i suoi libri preferiti,
|
nello slang glossolalia e nelle verità aruspici, dopo un'attesa lenta e paziente,
|
a deridere i loro capelli mentre erano incollati sul loro labbro superiore combinato
|
Sotto il muro, le navi imbrattate di parlare fedelmente con i fanatici magnum e
|
le loro bottiglie di zuppa di cuoio capelluto
|
Hanno preparato una macchia di tardis sui loro occhi, un antidoto lunare in polvere
|
sotto la pestilenza in arrivo delle loro dita oziose
|
Scrisse loro una seduta, penetrò in ogni loro desiderio dipendente
|
Ha tagliato il copricapo centrale al collettivo
|
Ha scritto loro un messaggio nel midollo del coltello, con l'estensione di
|
Baphomet* trasfusione
|
Incollati agli animali, perversioni di se stessi, che mordono pazientemente
|
le loro unghie in cerca di un indizio
|
Non appena scomparve, i fedeli caddero sotto l'incantesimo del pubblico
|
esecuzione
|
Era stata un'eternità piena di rituali inutili, e tutto per niente,
|
promettente salvezza, ma solo bandiere brulicavano in giro per un gusto migliore
|
Ciò che restava erano gli avanzi, vestiti di pelle di animale, servitori contaminati che reggevano
|
il loro respiro, colpevoli senza padre che incolpano i loro parenti, in attesa di una risposta
|
Pensavano che sarebbe arrivato un giorno, o che una giraffa potesse soffocare in uno strillo a mezz'aria,
|
una sorta di indicazione
|
Solo che erano le mani dei seguaci che avevano lasciato i loro segni in modo ordinato
|
dune affollate piene dei resti decapitati, trovate sigillate nella sabbia
|
Ha macchiato la coscienza solo per un breve momento, poi è arrivato il disgusto
|
Rendendosi conto che non c'era niente, le persone hanno iniziato a crollare negli stati collettivi
|
di siccità
|
Prese d'aria delle dimensioni di un palmo che si riscaldano nel torace, ingombrando il grafico, una vescica piena di
|
resti
|
Nulla è diventato di loro perché nulla era il motivo, un'esibizione apatica
|
gocciolando nei tini dell'obesità
|
La faida si stava succhiando i denti ormai da tempo, ma l'unico bagaglio quello
|
sfilava l'epidermide della tenda dispiegata in un abito ubriaco
|
L'attacco è venuto soffocante, sfumando il pallore ristretto di boa, congelato,
|
e con la faccia a pala
|
È venuto davanti a loro in totale sicurezza, bagliori di gufi rosa nel nido di
|
palpebre albine che sbattono le palpebre chimiche ai ciechi
|
È sbocciato in un congegno emorragico che ha impopolato il disincantato,
|
uno per uno
|
Tutte le chiese sono state convertite in strutture di quarantena, al loro interno sono cresciute
|
stoppia batterica compattata da larve, contrazione e dentizione
|
Una figliata appena nata in modo degradante, che corre dalla clavicola del cavallo,
|
tra i femori mormoranti che piagnucolano nelle fratture
|
«Sei la Polaroid che pensavi di essere?», disse con un sorrisetto timido
|
Con la posizione ora vacante, si è inserito subito in valzer e si è fatto sentire a casa
|
Sedotto dalle candidature vuote all'altare delle urne rotte,
|
più vicino a quel nulla che tutti sembravano abbracciare
|
Mentre incazzava dappertutto, il sospiro di sollievo si spense dall'ammollo
|
depressivi, un sonno imminente era in arrivo |