Il telefono squillò senza chiedere e in qualche modo senza tatto
|
Anch'io sono stato privo di tatto, rispondendo - Beh, e tu, eccentrico?
|
Una voce calma disse: Io sono l'editore del Morning Post
|
Scrivici una canzone su una soffitta vecchia e polverosa
|
Scrivici una canzone sulla tua infanzia felice
|
Di un ritratto ingiallito dal tempo o dell'alba
|
E meno civetteria, postura, estetica
|
Quanto prima sarà accettato e pubblicato dal consiglio artistico
|
Salii barcollando le scale e la porta cigolò
|
Il respiro era trattenuto e le gambe erano piene di piombo
|
Davanti a me, sulla gola, le travi erano appese a un cappio
|
L'asciugamano che mia madre usava per asciugarmi la faccia
|
Un po' più lontano, una telecamera da football con le scarpe da ginnastica insieme
|
Occhiali multicolori per guardare il sole strizzando gli occhi
|
Tutto, ovviamente, si congelava nella polvere e non potevo alzarmi e sedermi
|
Come i polli su un trespolo, sono ridotto esattamente di un terzo
|
Ah, abbiamo visto a malapena quelli luminosi
|
E non riusciamo a ricordare cosa ci ha attratto in soffitta
|
Doppio, piatto stipato a scuola
|
Pensando: per quanto tempo ci sarà un pasticcio nell'anima
|
Era ieri, stavo sdraiato accanto al fuoco e ho sognato
|
Era ieri, mi sono innamorato, sembrava, per sempre
|
Era come ieri, ho schiacciato la neve sciolta con la mia mano
|
Creare un'altezza per te stesso e preparare una corsa
|
Ho accecato quella palla di neve e ha avuto una brutta sorte
|
Ha iniziato la sua breve vita in una mano da ragazzo
|
Con questa mano leggera, volò via, girando e svolazzando
|
Il sentiero terminava con un segno bianco in soffitta
|
Oh, abbiamo dato luce, abbiamo appena visto
|
E non riusciamo a ricordare cosa ci ha attratto in soffitta
|
Trilli, terzine, ruoli difficili
|
Tormento e dolore: ci sarà un pasticcio nell'anima
|
Abbiamo giocato alla guerra, volevamo essere gli eroi della Patria
|
Ora è arrivata la primavera per sostituire l'inverno dopo marzo
|
C'è stato un disgelo proprio dietro l'angolo e, credendo nella natura, noi
|
Svegliarsi da un sonno lungo, grigio, stupido
|
Un idolo è stato smascherato, e dietro questo idolo altri,
|
E i ragazzi normali sono saliti alle vette celesti
|
I nostri figli crescono, tutto torna a girare e
|
Le soffitte a terra, spero, non si siano esaurite
|
Dalla finestra della soffitta puoi vedere lontano e vicino
|
La voce di Vysotsky geme, tormentata da un forte delirio
|
E, dopo aver corretto due sci bagnati, Vizbor brilla,
|
E Bulat Okudzhava è entrato nel filobus in movimento
|
Lascerò l'attico, ma lascerò i sogni dell'attico
|
Ho cantato questa canzone che forse non sarebbe stata
|
La mia opera sarà classificata come un'eccentricità del successo
|
O semplicemente dimenticare, come tutto ciò che può essere dimenticato
|
Ah, abbiamo visto a malapena quelli luminosi
|
E difficilmente ricordiamo cosa ci ha attratto in soffitta
|
Doppio, piatto stipato a scuola
|
Pensando: per quanto tempo ci sarà un pasticcio nell'anima
|
Ah, abbiamo visto a malapena quelli luminosi
|
E difficilmente ricordiamo cosa ci ha attratto in soffitta
|
Trilli, terzine, ruoli difficili
|
Tormento e dolore: ci sarà un pasticcio nell'anima
|
Oh, abbiamo dato luce, abbiamo appena visto
|
E nella "Mail" non hanno ceduto, per finire la canzone fino alla fine
|
Tutti gli accordi in esso contenuti sono troppo orgogliosi
|
E, a quanto pare, la carnagione del cantante era lugubre
|
Ah, abbiamo visto a malapena quelli luminosi
|
E non riusciamo a ricordare cosa ci ha attratto in soffitta! |