| O si
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| («Cadrai, custodisci i castelli»)
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| È ora che scendano, scendano
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| «—castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello lo terremo
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| Dormiremo»
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| Disse: «Fanculo la sobrietà, la morte alle api operaie»
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| Tredici cerchi in cui ho camminato per l'eternità
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| Viola acceso, stressato da una follia omicida
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| È auto-inflitto, non snaturarlo
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| Questi coltelli nella mia schiena adesso, Elliott Smith (sì)
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| Corse in sottofondo, le melodie si adattano (sì)
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| Mescolato con i disadattati, risolve il dolore
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| Quando le labbra con cui bacio si premono sullo sporco
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| Volpi alla francese, lontane e maledette
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| I ponti bruciati si sono verificati scrivendo le mie parole
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| Parola, quindi scolpirò un versetto
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| Su questi corridoi pieni di bugie in cui ho vissuto e cercato
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| Sono ancora perso in una testa di catacombe
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| Perché costruisco muri come se fossi Edgar Allan Poe
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| Ho ucciso tutte le damigelle che conosco
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| Per i castelli che tengo, castelli che conosco
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| «—castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello lo terremo
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| Dormiremo»
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| Ho gli spiriti nell'oscurità, sdraiati al chiaro di luna
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| Ridere con uno sconosciuto, come se l'avessi salvata dalla sua vita condannata
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| Fai scoppiare un paio di Perc, un vantaggio dell'anonimato
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| Intrappolato in una maledizione che ho creato con la mia energia
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| Un percorso che provo, un ciclo che si ripete
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| La vita è come un leone e io muoio ai suoi piedi
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| Rotolo un altro dolce, controllo il mio Treo in sordina
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| Mi è sembrato di perdere la trama, troppo occupato con il gioco di ruolo
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| Il mio occhio al buco della serratura, paura di girare la manopola
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| Ed esco da solo, invece mi associo alla mafia, mio
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| La banca della memoria è l'unica cosa che tendo a rubare
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| E ogni volta che telefono il pallonetto, sono fuori dai giochi
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| È difficile, sul viale e altri cliché
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| Il tipo di stronzate che mi sto alimentando in questi giorni
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| Corrosione sui miei relè, una cosa che i miei specchi hanno scelto
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| Un diavoletto con abiti nuovi, smascherato
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| «—castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello lo terremo
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| Dormiremo»
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| Falso un prato morto, miro all'alfa
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| Dieci artigli ricoprono le sale del Valhalla
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| Non un uomo, un ricettacolo per la materia caduta in cresta
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| Mai temperato o premuto nei modelli
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| Ma semplicemente non morirà, invece una palpitazione dal plasma
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| Pompando aneddoti disincantati e dati antiquati su di loro
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| Ho questi mal di testa che mi scendono nello stomaco
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| Quindi via nelle mie estremità e fuori nel pubblico
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| In un flusso di ombre, qualcosa nell'aria
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| Ho una piccola riserva di energia che diventa consapevole di sé
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| Riconosce i caratteri familiari e alfanumerici
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| Scenario e divinità con avatar senza pretese
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| Gli incontri ravvicinati aggravano le sue condizioni
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| Da elegante a bastione del classico errore di direzione
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| Sintonizzati sulle avventure di Casio
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| Quando il resto di me riesce a malapena a formulare una dannata sentenza
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| «—castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello che conserveremo»
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| «Pulili, vendili»
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| «Il suo castello lo terremo
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| Dormiremo» |