| Sono stato tirato fuori dal letto da un solo filo
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| Mi ha trascinato a morte con i miei vestiti
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| E sono stato condotto a una porta che non avevo mai visto prima
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| Con un bagliore antico e gentile della sua apertura
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| Dove ero un bambino premuto contro il tuo vestito a fiori
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| Mi sono aggrappato ad esso come prima di perderti
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| E potrei dire che eri guarito, eri più felice
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| Le tue parole perfette erano il conforto che offrivi
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| E mi sono seduto e ho pensato al modo in cui parlano le donne
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| Con quanta cura vengono scelte le loro parole
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| E senza perdere un colpo, mi sollevi dai miei piedi
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| E gettami nelle profondità dell'oceano
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| Dove ho fatto un sogno che non riuscivo a respirare
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| Che il mare malvagio stava attaccando
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| Mi ha combattuto la lingua mentre mi ha riempito i polmoni
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| Con la pressione che stavo evitando
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| E sono sprofondato nelle profondità dove dormivano i corpi
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| E un segno che ne leggesse gli avvertimenti
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| Disse, «colui che apre la bocca mentre è già annegato
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| Insulta la conoscenza dell'oceano»
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| Quindi mi sono seduto dentro ad aspettare che si asciugasse
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| Fino a quando il sole non ha trasformato il mare in un prato
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| E quando ho aperto gli occhi tu eri al mio fianco
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| Mi aspetta con gli alberi e i sassi
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| E io dissi: «come potrebbe essere questo?»
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| Hai detto: «Ho appena seguito il filo
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| Mi viene in mente quando dormo, quando sogno
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| La mia piccola stella, il mio piccolo amore, non mi arrendevo
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| Stavo solo prendendo la pausa che pensavo di aver bisogno»
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| E io ho detto: «costruiscimi un muro che sia indistruttibile
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| Mettilo tutto intorno al mio corpo
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| Fallo ostruire il sole in modo che quando arriverà
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| Sarò proprio qui dove mi hai lasciato»
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| Dormirò via la tristezza di oggi
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| E seppellisci in profondità nelle lenzuola che mi circondano
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| Sì, dormirò fino alle coperte e alle trapunte
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| Dissolvi nel terreno intorno a me |