| Ascolta i discorsi del sangue, ascolta i discorsi del sangue, ascolta i discorsi del sangue
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| Ascolta il sangue parlare, ascolta il sangue parlare, ascolta il sangue...
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| Le nostre vite sono state confiscate, parole di un padre di famiglia istruito
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| Lontano, molto lontano da questi resoconti schiaccianti
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| Basta uno sguardo, scacciato con la coda dell'occhio
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| Bruciato dall'orgoglio e dal disprezzo per risvegliare questi momenti sepolti
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| Con la prima del verbo sui loro scritti, dedito ai riferimenti
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| Falsato fino al midollo, tanto inetto quanto spudorato
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| Mi dice mio padre, di raccontare le fitte senza sigillare queste cicatrici
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| E le cicatrici di guerra lasciate da anni di torture
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| Tra gli ingranaggi di una macchina per macinare le nostre tradizioni e culture
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| Raccontami di quelle migliaia di uomini sacrificati nel Paese
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| Raccontami di chi, mentre scrivo
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| Scavare fosse comuni con le proprie mani, una per una
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| Ad accogliere il loro destino
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| Raccontami di quelle lamentele sul lavoro affogate nel sangue
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| Poi di questi consensi di buoni sentimenti umanitari di questi bianchi
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| Datori di pacche sulle spalle, amanti dell'esotismo
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| L'esempio di una virtù cristiana supposta al colonialismo
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| In questi lunghi silenzi secondo testimonianze degne di un elogio
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| Mio padre, con la lucidità di un grande rivoluzionario
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| Mi fa capire che la paura è solo un cattivo consigliere
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| E dubitare degli affari del boia
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| Mentre l'Africa conta i suoi morti, i suoi miti ei suoi corvi
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| Ascolta i discorsi del sangue, ascolta i discorsi del sangue, ascolta i discorsi del sangue
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| Ascolta il sangue parlare, ascolta il sangue parlare, ascolta il sangue...
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| Andavamo a scuola a piedi nudi per cercare la conoscenza
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| Maglia e pantaloncini immacolati, stirati in modo impeccabile
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| Fino a tarda notte, dopo chilometri di campi avvolti nel mistero
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| Strade cosparse di sassi, nel mezzo di una notte buia, ricorda mio padre
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| Oggi sono solo avanzi, debiti
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| I battistrada dei pneumatici consumati sullo sporco
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| Alcuni bossoli sparsi sul pavimento
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| Vecchie botti perse e altre cicatrici di recenti scontri
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| Tra questi giovani rivoltosi che sognano la libertà
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| E questi pattugliamenti discreti che perpetuano l'orrore di 34 anni di sangue
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| di una dittatura ferrea, in queste strade diventano squallide come cimiteri
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| Dove sono questi uomini le cui storie ci chiedono cosa siamo?
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| Con questa nostalgia per i poeti della negritudine
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| Queste canzoni che hanno scosso la nostra infanzia, questi griot narratori delle ferite di
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| i nostri antenati sopportano ancora le nostre preoccupazioni?
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| Lungi da luoghi comuni indecenti che non hanno altro da dire
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| Che questo squallore non ci faccia sorridere!
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| Figlio di campagna, il dramma di un'intera epoca
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| Quello che stai passando non ti ha risparmiato, vero?
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| Il veleno della disinformazione ha superato le verità della storia
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| Chi ti accompagnerà, a grande rischio del tuo esilio, a quanto pare
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| Verso una Francia così generosa e che porta progresso
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| Dove il disprezzo è radicato in ogni passo che fai
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| In poche parole, se qui prevalgono il fatalismo e l'isolamento
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| L'odio troverà la sua eco
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| E l'Africa conta i suoi morti, i suoi miti ei suoi corvi
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| Ascolta i discorsi del sangue, ascolta i discorsi del sangue, ascolta i discorsi del sangue
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| Ascolta il sangue parlare, ascolta il sangue parlare, ascolta il sangue... |