| Alzati, conta, l'alba sta già sciacquando,
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| Guardando da dietro l'acqua del lago,
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| Ah, capitano, il tordo di ieri,
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| Mi sono svegliato pieno d'amore.
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| Era timida e silenziosa,
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| Ma, vostro onore, non vi nasconderò:
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| Senza dubbio hai reso felice
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| Lei e tutta la sua famiglia.
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| Alzati, conta, già amico dei cartoni animati
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| I cavalli vengono sellati vicino al portico.
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| Già i cittadini con suoni gioiosi,
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| Pronto a salutare di nuovo papà.
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| Non aggrottare la fronte, perché c'era un peccato,
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| Sarà il momento di dimenticare tutto,
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| Alzati, il mondo aspetta la tua decisione:
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| Essere o non essere, amare o non amare.
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| E il conteggio si alza, la sveglia batte con il palmo della mano,
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| Prende manubri, guarda le case
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| E si arrampica irrimediabilmente nel frigorifero,
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| Ed è inverno, l'inverno del deserto.
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| Uscirà in città, ricorda la sera prima,
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| Dov'era, cosa ha mangiato, chi ha bevuto.
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| Al bivio incontrerà un compagno,
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| La aspetterà alla fermata dell'autobus.
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| Lei verrà e guarderà di sfuggita,
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| Cosa è successo di notte, come l'erba cipollina:
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| -Ehi!
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| -Ehi! |
| Bel tempo.
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| Sei in metropolitana, ma io sono nei guai.
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| E vendono birra al bivio,
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| E le guardie sono in giro.
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| Il conte cammina, vuole essere felice,
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| E non vuole il contrario. |